Stranieri, "basta l'autocertificazione per dimostrare che si è poveri"
MILANO - Basta l'autocertificazione per dimostrare che si è poveri e non si hanno redditi o proprietà all'estero. Il Tribunale del lavoro di Brescia ha accolto il ricorso di una cittadina cinese, J. G., contro l'Inps che le ha negato l'assegno sociale, perché non ha presentato una documentazione ufficiale del suo Paese d'origine che certifichi se e quali patrimoni possiede in Cina. J. G., 65 anni e in Italia dal 1984 con un regolare permesso di soggiorno di lungo periodo, aveva inoltrato la domanda per l'assegno sociale nel novembre del 2013, dopo essere rimasta senza lavoro. Dopo il rifiuto dell'Inps ha fatto ricorso al Tar, tribunale amministrativo regionale, che lo ha respinto. Si è allora rivolta al Tribunale del lavoro ritenendo di essere stata discriminata, in quanto ai cittadini italiani e a quelli comunitari viene chiesto solo di fare un'autocertificazione.
Secondo il giudice Silvia Mossi, J.G. ha ragione, in quanto l'Inps con il suo rifiuto ha violato l’art. 11 della Direttiva 109 del 2011 dell'Unione europea, in base al quale “il soggiornante di lungo periodo gode dello stesso trattamento dei cittadini nazionali per quanto riguarda ...le prestazioni sociali, l’assistenza sociale e la protezione sociale ai sensi della legislazione nazionale”. Non solo, anche le nuove norme sull'Isee consentono di presentare una semplice autocertificazione. L'Inps dunque non può chiedere agli stranieri una documentazione diversa da quella che chiede a italiani e cittadini comunitari. E il giudice l'ha quindi condannato a riconoscere all'anziana cinese l'assegno sociale. (dp)