Stretta sui migranti irregolari, "azione dimostrativa e propagandistica"
- ROMA - Più controlli sugli immigrati irregolari e più espulsioni. È quanto dispone l'ultima circolare dell'anno firmata del capo della Polizia Gabrielli e ampiamente annunciata dal nuovo ministero degli Interni Marco Minniti. "Non è altro che un tentativo goffo e frettoloso del governo Gentiloni di recuperare il consenso perduto con il referendum costituzionale", commenta Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dell'immigrazione all'Università statale di Milano. "Questa circolare è una sorta di invito al rastrellamento e alla deportazione – aggiunge -. È solo un'azione dimostrativa. Prenderanno qualche disgraziato per far vedere che espellono gli irregolari, ma gli immigrati che delinquono o sono veramente pericolosi rimangono".
Ma sono diverse le reazioni alla proposta. Tra queste, quelle di alcune associazioni e organizzazioni sindacali.
L’Arci: “Aprire il tavolo immigrazione con le associazioni”. Congelare ogni iniziativa volta ad aumentare il numero dei Cie, riaprire il Tavolo immigrazione nazionale con le associazioni e forze sociali e ripartire dall’esperienza dei soggetti del Terzo settore e delle organizzazioni sociali: lo chiede in una lettera aperta indirizzata al ministro del'Interno Minniti la presidente dell’Arci, Francesca Chiavacci.
"Se il buongiorno si vede dal mattino – scrive -, la proposta di affidare ancora una volta le politiche sull’immigrazione a un investimento sui Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie), è vecchia e stantia ancor prima di essere avviata. Ci hanno già provato - sapendo che si tratta solo di un’uscita propagandistica, che alimenta odio e razzismo e favorisce i predicatori d’odio - ministri e governi precedenti, senza ottenere alcun risultato concreto".
Asgi: “Per aumentare le espulsioni non si rispettano i diritti”. Anche gli immigrati irregolari, hanno diritti. E la circolare del capo della Polizia Gabrielli sembra dimenticarlo. Da avvocato che ha seguito decine di casi di migranti espulsi o ai quali è stato negato il permesso di soggiorno, Livio Neri (che è anche membro dell'Associazione studi giudici sull'immigrazione) è preoccupato per come verrà applicata. "Il rischio è che per aumentare il numero delle espulsioni si sia poco rispettosi dei diritti – sottolinea -. Certo le regole vanno rispettate e l'irregolarità non può essere accettata. Ma non esiste un automatismo tra mancanza del permesso di soggiorno ed espulsione".
Altro fattore di preoccupazione è che la programmazione dei controlli è affidata ai Comitati provinciali per l'Ordine e la sicurezza pubblica, di cui fanno parte anche i sindaci dei capoluoghi. "Non vorrei – conclude Neri - che in questo modo gli interventi siano troppo legati alle esigenze dei politici di turno, con la polizia locale sguinzagliata a chiedere i documenti a tutti".
Sappe: “L’espulsione dei detenuti stranieri sia una priorità”. Non di semplici irregolari ma di detenuti stranieri parla invece Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe). Che afferma: “Spero e mi auguro che le dichiarazioni di intenti del Viminale sulla annunciata stretta dei migranti irregolari in Italia trovi concretezza anche per quanto concerne le ricadute sul sistema penitenziario, dove oggi abbiamo presenti oltre 18.700 detenuti stranieri”.
Per il Sappe, “fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”.