2 gennaio 2017 ore: 15:28
Immigrazione

Stretta sui migranti irregolari, "tentativo goffo del Governo per recuperare consenso"

Dura critica di Maurizio Ambrosini, docente all'Università Statale di Milano, all'ultima circolare dell'anno del capo della Polizia Gabrielli. "Prenderanno qualche disgraziato per far vedere che fanno le espulsioni, ma gli immigrati veramente pericolosi rimangono"
Migranti appena sbarcati in fila - SITO NUOVO

MILANO - Più controlli sugli immigrati irregolari e più espulsioni. È quanto dispone l'ultima circolare dell'anno firmata del capo della Polizia Gabrielli e ampiamente annunciata dal nuovo ministero degli Interni Marco Minniti. "Non è altro che un tentativo goffo e frettoloso del governo Gentiloni di recuperare il consenso perduto con il referendum costituzionale", commenta Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dell'immigrazione all'Università statale di Milano. "Questa circolare è una sorta di invito al rastrellamento e alla deportazione – aggiunge -. È solo un'azione dimostrativa. Prenderanno qualche disgraziato per far vedere che espellono gli irregolari, ma gli immigrati che delinquono o sono veramente pericolosi rimangono". Non è dunque tenero il docente della Statale con le prime mosse del ministro Minniti sul fronte dell'immigrazione. "Il problema è che ora il ministro, che ha annunciato un giro in alcuni Paesi africani, dovrà convincere governi dittatoriali assai riluttanti a riprendersi i loro connazionali espulsi", aggiunge. Già perché le espulsioni sono possibili se i Paesi d'origine accettano.

Oltre che poco applicabile, la circolare del capo della Polizia è anche molto costosa. "Per far funzionare i Cie (dove vengono rinchiusi gli irregolari in attesa dell'espulsione, ndr) occorrono ingenti fondi - sottolinea Ambrosini - e anche aprendone uno per regione i posti non saranno sufficienti". C'è poi un problema di fondo. "Espellerli tutti non si riuscirà, costerà troppo e vanificherà gli investimenti nell’integrazione. Anche in questo caso, il mero annuncio di un impossibile cattivismo li spingerà verso la clandestinità e i circuiti dell’illegalità. Come ha proposto il prefetto Morcone (capo del dipartimento libertà civili del Ministero dell'Interno, ndr), sarebbe meglio pensare a un permesso umanitario almeno per coloro che hanno dato prova d’impegno nell’inserimento, imparando l’italiano, partecipando ad attività socialmente utili, frequentando corsi di formazione, cercando e trovando lavoro. Le espulsioni vanno mirate ai casi in cui servono effettivamente, non brandite al vento come una clava rivolta a un’improbabile ricerca del consenso perduto". (dp)

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