Studiare a casa: esami sì, esami no? La scelta delle famiglie
ROMA – Il Miur dice di sì, le famiglie dicono di no: per il Miur l’esame è obbligatorio, per le famiglie no. A pochi giorni dalla chiusura delle scuole, tra i tanti studenti che saranno alle prese con le prove di ideoneità o di licenza, ci saranno anche alcuni bambini e ragazzi in “istruzione parentale”. Quanti esattamente non si sa: si sa che, nell’anno 2014-2015, erano in tutto 945 gli studenti che studiavano a casa (non per necessità, ma per scelta), affidati ai genitori o ad altri familiati o educatori. Sostenere l’esame è per loro obbligatorio, secondo quanto ci spiega il ministero dell’Istruzione: in base alla “circolare sulle iscrizioni scolastiche, al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, i genitori che intendono avvalersi dell’istruzione parentale presentano specifica dichiarazione direttamente alla scuola primaria statale viciniore, dimostrando di possedere le competenze tecniche e i mezzi materiali per provvedere, in proprio o mediante frequenza di una istituzione non statale non paritaria, all’istruzione dell’alunno”. Sulla base di tale dichiarazione, il dirigente dell’istituzione scolastica, tra l’altro, comunica ai genitori che “entro il termine dell’anno scolastico l’alunno dovrà sostenere il prescritto esame di idoneità alla classe seconda. Analogamente, per quel che concerne l’accesso alle classi successive alla prima, si rammenta che gli alunni soggetti all’istruzione parentale debbono sostenere l’esame di idoneità prima dell’inizio dell’anno scolastico”. E così la circolare n. 35/2009 annovera, tra i “soggetti obbligati a sostenere gli esami di idoneità ogni anno”, “coloro che assolvono l’obbligo con ustruzione parentale”.
Non la pensa così, però, Erika Di Martino, mamma di 5 bambini che non sono mai andati a scuola. E animatrice del gruppo “Controscuola”, che raccoglie le famiglie italiane che seguono questa pratica. Famiglie che dal 17 al 21 giugno si riuniranno a Rimini, per partecipare a S-Cool 2016, l’evento formativo nazionale sull’educazione parentale. “Le circolari ministeriali che definiscono gli esami obbligatori non si basano su alcuna legge, quindi non possono essere vincolanti per il cittadino – ci spiega, replicando al ministero - L’esame annuale non può essere accettato o considerato un metodo corretto di verifica dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Piuttosto un colloquio informale o la presentazione di un portfolio annuale sono ottime opportunità per testimoniare i progressi dei propri figli presso i dirigenti scolastici”. Al contrario, “è importante far presente alle istituzioni che uno degli obiettivi dell’educazione parentale è proprio quello di restare fuori dalla dinamica delle valutazioni del lavoro svolto, proprio perché personalizzato e rispondente al principio di libertà d’istruzione. Ed è fondamentale mettere in evidenza che il confronto con gli alunni della scuola tradizionale appare insensato oltre che sterile, poiché homeschooling e scuola sono realtà diverse e quindi imparagonabili”. Quindi, la garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione avviene “attraverso l’autocertificazione dei genitori di avere la capacità tecniche e economiche per provvedere all’educazione dei propri figli”.
E così, nella realtà, alcuni si presentano – e si presenteranno, tra pochi giorni – agli esami, altri no. Questa è la testimonianza di un ragazzo che ha scelto di presentarsi. E' italo-olandese, ha 15 anni, e ha lasciato la scuola dopo la fine delle medie. “Faccio gli esami d’idoneità ogni anno – racconta sul sito “Controscuola” - L’idea degli esami mi turbava, fin dall’inizio. Avevo paura che i professori potessero essere severi dato che non frequentavo i corsi. Per fortuna non è stato così. I professori erano curiosi e gentili, gli esami sono filati lisci senza troppe difficoltà. Due giorni dedicati agli scritti (3 scritti il primo giorno e altri 3 scritti il secondo giorno), il terzo giorno alle interrogazioni di tutte le materie (erano 12). Tre giorni pesanti, ma a mio parere sicuramente meglio di tutti i compiti o interrogazioni che si fanno durante un anno scolastico”.