4 maggio 2023 ore: 15:49
Società

Sudan, Amnesty: vediamo il fallimento della comunità internazionale

Dal Paese africano arrivano "testimonianze terrificanti". Il portavoce Riccardo Noury: "Non lasciamo soli i civili come accadde nel 2019"

ROMA - "Le testimonianze che ci arrivano dal Sudan sono terrificanti. Continuiamo ad appellarci alla comunità internazionale affinché non volti nuovamente le spalle al Sudan e non ripeta quanto accaduto nel 2019, quando una sollevazione popolare pose fine al regime di terrore di Omar al-Bashir, ma la popolazione sudanese venne poi di fatto lasciata sola: le persone sono nuovamente in fuga, vittime di un conflitto tra forze di potere che lottano tra loro per il controllo del paese". Così dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, a proposito delle recenti violenze scoppiate in Sudan, dove - come ricorda l'organismo in una nota - gli scontri tra le forze armate fedeli al capo di stato di fatto del Sudan, Abdel Fattah Al-Burhan, e il gruppo paramilitare denominato Forze di supporto rapido (Rsf), guidato dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, hanno finora provocato oltre mezzo migliaio di morti, quasi cinquemila feriti, nonché imponenti flussi di sfollati diretti oltreconfine.

Secondo Noury "È evidente che i civili subiscano le conseguenze di questa situazione, senza un'adeguata protezione e assistenza. Tale atteggiamento è inaccettabile e pretendiamo che le parti in conflitto garantiscano la protezione dei civili e permettano l'accesso agli aiuti umanitari per tutti coloro che ne hanno bisogno. Stiamo assistendo ad un vero e proprio omicidio dell'umanità".

Il portavoce aggiunge: "Quanto sta accadendo, però, rappresenta anche il fallimento dell'impegno della comunità internazionale a collaborare alla giustizia internazionale".

Infatti, Noury ricorda che la Corte Penale internazionale "ha emesso sette mandati di cattura quasi 15 anni fa nei confronti dell'ex presidente Al-Bashir e di altri esponenti dell'esercito e dei paramilitari, ma solo uno di essi è stato eseguito. Lo stesso Al-Bashir, il principale sospettato, è ancora in fuga e addirittura libero nel suo paese".

Di fronte a una situazione così drammatica, conclude Riccardo Noury, "è fondamentale l'incessante impegno di Amnesty per la protezione di migliaia di civili, vittime di atroci crimini di guerra, così come oggi più che mai è necessario il sostegno di ogni singola persona e anche un piccolo gesto, come devolvere il proprio 5x1000 in difesa dei diritti civili, può fare una grande differenza".

Per difendere i diritti umani in tutto il mondo, dal 1961 Amnesty International dà voce a migliaia di persone che vedono minacciate o violate la propria dignità e libertà.

Un impegno costante, ricorda ancora l'Organizzazione, che ha consentito in 62 anni di salvare oltre 50mila persone.

Con la campagna #Amnestyseitu, Ai chiede di sostenere il suo impegno quotidiano contro la pena di morta e contro tutte le altre forme di violazione dei Diritti Umani, mentre con la Campagna 5x1000, è possibile sostenere l'ong con un gesto semplice e gratuito come apporre una firma sulla propria dichiarazione dei redditi, inserendo il codice fiscale 03 03 11 10 582. Maggiori informazioni e approfondimenti nell'apposita sezione del sito https://www.amnesty.it/sostienici/5x1000/ (DIRE)

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