Sudan, la più grande crisi umanitaria. Unicef: "Non si può stare a guardare"
ROMA - “Sono profondamente allarmata dalla crescente violenza contro i bambini e le famiglie nello Stato sudanese di Al Jazirah. Solo nell'ultima settimana, secondo le notizie, almeno 124 persone sono state uccise ad Al Jazirah - tra cui almeno 10 bambini, alcuni di appena dieci anni - mentre almeno 43 bambini sono rimasti feriti. Le notizie di uccisioni di massa, di violenze sessuali diffuse contro donne e ragazze e di distruzione di case e mezzi di sussistenza sono spaventose”: è la drammatica testimonianza di Catherine Russell, direttrice generale di Unicef.
E ancora: “Abbiamo anche ricevuto notizie devastanti sul fatto che molte ragazze, anche di 13 anni, sono state sottoposte a stupri e aggressioni sessuali e che sono stati detenuti dei bambini. Più di 9.000 famiglie, tra cui oltre 45.000 persone, sono state costrette a lasciare le loro case a Tamboul e nei villaggi circostanti tra il 20 e il 27 ottobre 2024. Questa violenza fa parte di una vasta catastrofe umanitaria causata dall'uomo, che ha già ucciso e ferito migliaia di bambini, sfollato più di 11 milioni di persone e lasciato altri milioni di persone in estrema difficoltà”, aggiunge.
Per questo, Unicef chiede la fine immediata delle violenze. “Le parti in conflitto devono cessare di prendere deliberatamente di mira i civili e porre fine alle gravi violazioni contro i bambini – è l'appello di Russell - Devono anche rilasciare immediatamente i bambini che sono stati detenuti. Chiediamo inoltre alle parti di rispettare il diritto internazionale umanitario, di proteggere i civili e gli edifici civili e di consentire l'accesso sicuro e senza ostacoli agli operatori umanitari. In questo momento, le barriere amministrative imposte dalle parti in conflitto, così come le condizioni di sicurezza, stanno compromettendo la fornitura dell'assistenza salvavita di cui questi bambini e queste famiglie hanno disperatamente bisogno. Il mondo non può stare a guardare mentre i bambini del Sudan affrontano orrori indicibili. Dobbiamo agire ora per salvaguardare il loro futuro e sostenere il loro diritto alla sicurezza e alla pace”.