18 maggio 2023 ore: 14:31
Società

Sudan, Onu: metà della popolazione ha bisogno di aiuti umanitari

In Sudan "25 milioni di persone, ossia metà della popolazione, hanno bisogno di aiuti umanitari e protezione: è il numero più alto che abbiamo mai registrato nel Paese". Questo l'allarme lanciato Ramesh Rajasingham...

ROMA - In Sudan "25 milioni di persone, ossia metà della popolazione, hanno bisogno di aiuti umanitari e protezione: è il numero più alto che abbiamo mai registrato nel Paese". Questo l'allarme lanciato Ramesh Rajasingham, direttore della rappresentanza a Ginevra dell'Ufficio per il coordinamento degli Affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha), che ha quindi chiesto ai donatori internazionali aiuti per 2,56 miliardi di dollari - pari a circa 2,36 miliardi di euro - per finanziare il Piano per la risposta umanitaria, che consisterà in cibo e acqua potabile, protezione dai combattimenti, supporto medico-sanitario e psicologico.

Tale cifra, come ha chiarito il funzionario, sarà tuttavia utile a prestare assistenza "solo" a 18 milioni di persone nel Paese, di cui 730mila risulterebbero sfollate. Dei rifugiati che hanno varcato le frontiere dei Paesi vicini - pari a 220mila, sempre stando a stime dell'Onu - si occuperà invece l'Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), che ha chiesto 472 milioni di dollari (circa 436 milioni di euro).

Le ostilità nel Paese sono scoppiate oltre un mese fa, quando la competizione per la gestione delle risorse naturali ed economiche del Sudan ha portato l'esercito a scontrarsi apertamente con le Forze di supporto rapido (Rsf), una milizia paramilitare formata nel 2013. Da allora un migliaio di civili hanno perso la vita. Le violenze vanno ad esacerbare una situazione umanitaria già complessa e secondo Rajasingham potrebbero essere causa anche di una "più grande emergenza regionale".

Ieri intanto a Port Sudan, città sul Mar Rosso controllata dall'esercito e lontana dall'epicentro degli scontri - che si trova nella capitale Khartoum e nella regione del Darfur - i cittadini hanno manifestato davanti la residenza dell'inviato speciale delle Nazioni Unite, Volker Perthes, chiedendo che lasci il Paese. Sta crescendo infatti l'ostilità di una parte della popolazione contro l'Onu, accusata di aver contribuito ad innescare la crisi tra esercito e Rsf.

Le Nazioni Unite hanno cercato di mediare tra la giunta militare e gli esponenti dei partiti e delle associazioni. Dopo la caduta dell'ex presidente Omar Al-Bashir nel 2019, infatti, è stato istituito un governo di transizione, a cui i militari hanno posto fine nel 2021. I movimenti per la democrazia hanno continuato a premere per poter entrare a far parte delle istituzioni tramite regolari elezioni, togliendo alle forze armate il governo del Paese, e l'Onu ha sostenuto i colloqui tra civili e militari per far progredire la transizione politica, che ora si è definitivamente arenata. (DIRE)

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