Suicidi agenti penitenziari, Favero: “In carcere clima pesante e degrado colpiscono tutti”
PADOVA – “Se lavori in un posto con un clima pesante, con condizioni di degrado notevoli, se sei a contatto con persone che, per come sono costrette a vivere, sono più incattivite, è evidente che ne risenti”. Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, entra ogni giorno nel carcere di Padova e le condizioni di vita di detenuti e agenti le conosce bene. Così come conosce i “bollettini” sulle morti in carcere che ogni anno vengono stilati e “ai quali tristemente siamo abituati”. Non ha dubbi sul fatto che tutto questo incida sulla vita non solo delle persone ristrette ma anche di chi le deve sorvegliare.
“Nelle carceri - anche in quelle migliori come la casa di reclusione di Padova - il clima è pesante perché le attività sono poche, un sacco di gente non fa niente dalla mattina alla sera ed è costretta a un ozio forzato – evidenzia Favero -. Gli agenti sono sommersi di persone che hanno richieste, che stanno male e devono gestire spazi ristretti. Sono a diretto contatto con tutto questo, quindi è ovvio che siano colpiti personalmente”. E questo senza che nessuno risponda di ciò che accade: “Da mesi manca la nomina del nuovo capo del Dap, quindi siamo in una situazione in cui nessuno si sente responsabile”.
Il problema del sotto organico c’è, secondo Favero, ma non è il punto più dolente: “Tutta la promessa di riforma che vedeva agenti coinvolti nei percorsi dei detenuti è rimasta sulla carta – chiarisce -. Noi di Ristretti Orizzonti stiamo portando avanti ternativi di coinvolgimento degli agenti nel progetto con le scuole e sta andando bene. Sicuramente introdurre attività diverse da quelle della pura custodia sarebbe fondamentale per migliorare la condizione lavorativa degli agenti”. (gig)