Suor Eugenia: “Papa Francesco è speciale. Chissà che non venga anche nel Cie!”

ROMA - “Chissà che non venga anche al Cie di Ponte Galeria?”. Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, sogna di vedere papa Francesco anche tra le donne recluse nel Centro di identificazione ed espulsione alle porte della capitale, dove ogni sabato – da un decennio – una ventina di religiose vanno a trovare ragazze cinesi, africane, latinoamericane e dell’Est europeo. Per pregare con loro nella loro lingua di origine o in inglese e francese, ma soprattutto per ascoltarle.

boxIeri pomeriggio suor Eugenia, operata alle vertebre e appoggiata a un bastone per camminare, era nella Chiesa del Gesù per salutare papa Francesco, invitata dagli amici del Centro Astalli per il suo impegno di volontaria nel Cie e il suo lavoro pastorale accanto alle donne trafficate e prostituite. Infatti la religiosa è responsabile di questo servizio presso l’Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia), che ha sensibilizzato istituti di consacrate in tutto il Paese a spalancare le porte dei conventi all’accoglienza. A Caserta le orsoline hanno aperto da anni la Comunità Rut, ad esempio, mentre a Nettuno le passioniste vivono con altre ragazze sfuggite al racket del traffico di esseri umani.

“Papa Francesco è speciale, un profeta in questi tempi tanto difficili e confusi”, sottolinea suor Eugenia, venuta con altre consorelle e con due ragazze nigeriane uscite dalla schiavitù della prostituzione: oggi hanno un lavoro e un futuro davanti. Sperano di incontrare personalmente il pontefice prima o poi, di poter parlare con lui faccia a faccia per raccontare la loro storia. (lab)