24 settembre 2014 ore: 15:06
Immigrazione

Superstiti e familiari tornano a Lampedusa un anno dopo la strage

Saranno i protagonisti del primo anniversario del naufragio del 3 ottobre che causò 368 vittime. Chiederanno ai rappresentanti del governo italiano e all’Europa di canali umanitari e la restituzione delle salme. Ma la presenza dei politici crea una spaccatura nel comitato organizzatore
Strage di immigrati, una corona di fiori in acqua

ROMA – Trenta superstiti e una decina di familiari delle vittime torneranno a Lampedusa, un anno dopo la terribile strage del mare costata la vita a 368 persone: saranno loro i protagonisti del 3 ottobre, il primo anniversario della tragedia che verrà celebrato sull’isola con una cerimonia interreligiosa, un flash mob e un dibattito con le istituzioni. I familiari delle vittime, tutti eritrei ma provenienti da diverse parti d’ Europa, insieme alle persone scampate al naufragio, chiederanno direttamente alle autorità italiane e a quelle europee perché ancora oggi l’Europa lascia morire le persone in mare, anziché permettere arrivi sicuri.

box Lo slogan scelto per la manifestazione è infatti “Proteggere le persone, non i confini”. “Quella del 3 ottobre non vuole essere solo una giornata di commemorazione ma una presa di coscienza e di conoscenza rispetto alle stragi del Mediterraneo – spiega Valerio Cataldi del Comitato 3 ottobre, che ha organizzato l’iniziativa -. Vogliamo far capire chi sono queste persone che rischiano la vita in mare, chi sono i rifugiati e quali diritti hanno”. Nel corso della manifestazione verrà rilanciata la proposta di aprire canali umanitari sicuri. Nello stesso giorno a Lampedusa ci sarà anche un convegno, organizzato dal Comune a cui parteciperanno diverse autorità italiane, come il ministro Alfano, ed europee, tra cui Federica Mogherini e Martin Schultz. A loro i familiari faranno alcune domande, e in particolare chiederanno perché ancora oggi i loro fratelli sono costretti a morire in mare per colpa di un’Europa che chiude i suoi confini. “Negli ultimi vent’anni  sono state 20 mila le vittime del mare – aggiunge il Comitato 3 ottobre – E  il primo anniversario di quella tragedia si porta dietro un bilancio di morte che non può essere considerato fisiologico. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono circa 3,000 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo, nonostante gli sforzi compiuti da Mare Nostrum. Un numero che non lascia spazio ad alcun dubbio: fino a quando l’Europa non prenderà atto che è necessario proteggere le persone non i confini, in migliaia continueranno a morire.

3 ottobre 2013. I soccorsi

Tra le richieste avanzate dal Comitato e dai familiari anche quella della restituzione delle salme dei morti del 3 ottobre scorso, perché ancora oggi  le famiglie che non sanno dove piangere i propri cari. “Solo ora, dopo un anno di continue richieste, si è finalmente messo in moto un meccanismo che porterà alla definizione di una procedura da adottare per tutti i naufragi – spiega Cataldi –. I primi test e le prime interviste per l’identificazione si svolgeranno proprio in concomitanza con l’anniversario”. Non solo, ma quella del 3 ottobre potrebbe essere anche la prima Giornata della Memoria. Proprio oggi, in I Commissione alla Camera si avvierà  l'iter della legge che istituisce la giornata e che porta la firma di Paolo Beni e Khalid Chaouki.

A Lampedusa la giornata del 3 ottobre inizierà con la pittura dei cubi frangiflutti: i ragazzi del liceo di Lampedusa insieme ai superstiti dipingeranno i cubi frangiflutti del molo Favaloro e, nello stesso momento, verranno dipinti gli stessi cubi dello Scalo Vecchio di Linosa. Verrà poi realizzato un murales: sul muro di fronte l'attuale sede del Municipio, d’accordo con il Comune, sarà realizzato un murales a più mani. Alla realizzazione di questa opera parteciperà Adal, il fratello di una delle vittime del naufragio, la cui storia è raccontata nel reportage “La neve, la prima volta”.

Si proseguirà poi con un flash mob al centro del paese, con la regia di Dagmawi Yimer, che coinvolgerà 368 donne, uomini e bambini che utilizzeranno dei drappi bianchi. Lo scopo è quello di “restituire a tutte le vittime, individualmente considerate, la dovuta rilevanza e attenzione, trasmettendo a quanti parteciperanno o assisteranno la consapevolezza dell’immensità della tragedia che è costata la vita a 368 persone”. Le immagini del flashmob verranno poi montate per realizzare un video da inviare al Parlamento Europeo a sostegno della campagna per l’istituzione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza europea e divulgato in rete.

Alle 12.30 in mare, sul luogo del naufragio verrà lasciata una corona di fiori con la collaborazione di una flottiglia di imbarcazioni, tra cui le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza, insieme alle barche dei pescatori che hanno soccorso i naufraghi. I sommozzatori della Cp deporranno sul fondo del mare, accanto al relitto, una lapide sulla quale saranno impresse le impronte delle mani dei superstiti e dei soccorritori. Nel pomeriggio, poi, l'isola sarà attraversata da un corteo, a cui parteciperanno i cittadini di Lampedusa, i superstiti ed i familiari delle vittime, i volontari, gli operatori del soccorso e quelli delle associazioni umanitarie. Partirà da via Roma fino a raggiungere la Porta d'Europa.I superstiti ed i familiari delle vittime libereranno in cielo, poi, 368 lanterne una per ciascuna vittima del naufragio dell’isola dei Conigli.

Sull'isola il 3 ottobre ci saranno anche rappresentanti del governo italiano. Ma la presenza delle autorità ha creato una forte polemica interna al Comitato 3 ottobre: alcuni rappresentanti infatti avevano chiesto una giornata di silenzio senza rappresentanze istituzionali. “Avremmo voluto che il 3 ottobre a Lampedusa si potesse stare tutti in silenzio, uniti nel ricordo e in una preghiera comune a tutte le religioni – sottolineano in una lettera aperta Laura Biffi, Paola La Rosa, Simone Nuglio, Fabio Sanfilippo e Alice Scialoja -. Volevamo evitare le strumentalizzazioni  e le passerelle politico-istituzionali. Apprendiamo invece che il Comitato parteciperà  a un dibattito-convegno proprio il 3 ottobre a Lampedusa con esponenti politici e istituzionali, contraddicendo lo spirito del movimento e negando il senso profondo della memoria e del ricordo”.

Negli stessi giorni dal 2 al 4 ottobre, intorno al primo anniversario della strage di migranti dello si svolgerà il Festival Sabir, due giorni di forum internazionale. Arriveranno a Lampedusa un gran numero di attivisti sociali della sponda nord e sud del Mediterraneo, che discuteranno, in modo orizzontale e paritario, con europarlamentari, intellettuali, personalità e artisti alla ricerca delle alleanze possibili e necessarie sull'agenda di mobilitazione del prossimo anno e sulle "Alternative Mediterranee".

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