Tagli ai fondi sociali, Anmic: “Tragica e inaccettabile beffa"
ROMA – “Un dietrofront inaccettabile” e “una tragica beffa”. Così l’Anmic giudica l’intesa raggiunta fra Stato e Regioni che prevede “un inaspettato taglio di oltre 200 milioni al già sottostimato Fondo per le politiche sociali e l’ ulteriore taglio di altri 50 milioni al Fondo per le non autosufficienze, che invece era appena stato incrementato”. Secondo Nazaro Pagano presidente Anmic si tratta di “una tragica beffa che smentisce le promesse fatte in questi mesi alle associazioni della disabilità e che condannerà alla povertà ed emarginazione migliaia di famiglie con disabili gravi e anziani non autosufficienti, privandoli di quei pochi servizi di assistenza che ancora funzionano, nonostante la scarsità di finanziamento a Regioni e Comuni. In nome dei vincoli di bilancio l’intesa siglata fra Stato e Regioni - rincara Pagano – usa di fatto come un bancomat i fondi destinati ai servizi domiciliari, al sostegno ai malati più gravi come i soggetti affetti da Sla. Per noi della Anmic è una decisione inaccettabile”.
“Proprio ieri sera la bella inchiesta sulla disabilità andata in onda su Rai tre nel programma “Presa diretta” ha mostrato una volta tanto ai telespettatori non le solite polemiche sui “falsi invalidi”, ma la tragica realtà della vita quotidiana dei cittadini disabili in Italia – richiama Pagano -, troppo spesso lasciati soli e abbandonati all’unico e faticoso sostegno delle loro famiglie. Perché l’Italia spende in media oggi solo 8 euro al giorno per questi cittadini, spesso reclusi nelle loro case o nei loro letti, come ricordava appunto il giornalista Riccardo Iacona. Ma noi della Anmic – dichiara ancora - proviamo a spiegarlo alle Istituzioni da anni. In assenza o carenza di servizi sul territorio, che come vediamo verranno persino tagliati, finora l’unico sostegno concreto rimane l’indennità di accompagnamento e la misera pensione di invalidità. Nel 2008 l’Anmic raccolse ben 300mila firme per aumentare con una legge di iniziativa popolare l’importo di questa pensione, che è di sole 279 euro al mese. Altro che minimo vitale, eppure il Parlamento non ha mai discusso questa nostra proposta che torna ancor più oggi di tragica attualità”.
"L'Anmic chiede perciò con urgenza al governo, dopo tanti confronti, una definitiva assunzione di responsabilità. Dopo tante promesse mancate, i disabili si attendono che le scelte sulle politiche sociali non restino affidate solo a tagli lineari e ragionieristici, decisi all’ultimo dal Ministero dell’economia".