Teatro come cura, un progetto per persone con malattie neurodegenerative e caregiver
FERRARA – Un progetto teatrale rivolto a persone con malattie neurodegenerative, caregiver familiari e non con la partecipazione di studenti universitari: è il progetto “Il teatro e il benessere”, esperienza di laboratorio teatrale, percorso fisico ed emotivo all’interno del quale esprimere sensazioni, emozioni e pensieri legati al lavoro di cura, sia dal punto di vista del curante, sia dell’assistito. L’ultimo laboratorio teatrale, come sempre condotto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro, ha avuto inizio nel settembre del 2019 e si è concluso nel febbraio del 2020 con l’allestimento e la presentazione dello spettacolo teatrale “Un condominio particolare”, presentato il 21 febbraio 2020 alla Sala Estense di Ferrara. Il bilancio su quest’ultima edizione è in calendario sabato 13 novembre dalle 18 al Ridotto del Teatro Comunale Ferrara. Per l’occasione sarà presentata la mostra fotografica in video di Andrea Casari “Il teatro e il benessere 2019-2020” e proiettato l’omonimo documentario di Marco Valentini. Tra gli altri, oltre che di Traitsis, sono previsti interventi di Franco Romagnoni, medico geriatra direttore delle attività socio sanitarie dell’Azienda USL di Ferrara; Domenico Giuseppe Lipani, direttore del Centro Teatro Universitario di Ferrara e Moni Ovadia, direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara.
Il progetto “Il teatro e il benessere” è, come detto, condotto da Michalis Traitsis di Balamòs Teatro, realtà che, oltre all’attività di produzione di spettacoli teatrali e progetti pedagogici specifici in ambito teatrale, porta avanti da anni laboratori negli istituti penitenziari, nelle scuole di tutti i gradi, nel Centro Teatro Universitario di Ferrara, nelle strutture di disagio fisico e psichico, nei quartieri degradati, sempre in collaborazione con Patrizia Ninu, educatrice professionale. Dal 2015 ogni anno, dopo la conclusione del progetto, si svolge un evento che ha le caratteristiche di una “restituzione” dello stesso alla cittadinanza e che si connota quale momento di confronto tra i protagonisti dell’attività e tutte le persone a vario titolo coinvolte sulla tematica e nei compiti di cura e assistenza delle persone fragili. Evento sempre accompagnato dai video documentari di Marco Valentini e dalle mostre fotografiche di Andrea Casari: “Storie in bilico” (2015), “Funamboli” (2016), “Altrove” (2017), “Che cos’è l’amor… epistolari d’amore” (2018), “Un condominio particolare” (2020). “La metodologia proposta – spiega Traitsis – non prevedeva copioni preconfezionati ma ha preso spunto da suggestioni, immagini, reazioni dei partecipanti agli stimoli indotti attraverso musiche, canti, improvvisazioni, esercizi teatrali. La rappresentazione finale risultava dunque sempre intrinseca ai temi emersi durante il percorso di laboratorio. Non si è mai fatto riferimento a terapie, riabilitazioni, problemi, ma si è partiti dal teatro come ‘arte della partecipazione e della relazione’, per costruire un gruppo in crescita sia da un punto di vista umano che artistico”.
Nel primo anno di lavoro il tema prescelto è stato quello della memoria emotiva, del passato inteso come patrimonio di ricordi tradotti in storie. Nel secondo anno si è affrontata la sfida del futuro, come sogno da ritrovare, da svelare a sé stessi prima che agli altri, da non smarrire. Nel terzo anno il progetto si è incentrato sulla ricerca e riscoperta di storie di personaggi stravaganti che in qualche modo rimandavano a un immaginario surreale. Lo studio teatrale finale ha visto riuniti i gruppi degli allievi del laboratorio del Centro Teatro Universitario “L’arte del teatro e dell’attore”, di una donna detenuta del progetto teatrale “Passi Sospesi” alla Casa di Reclusione Femminile della Giudecca e del progetto “Il teatro e il benessere”, nell’intento di mettere a confronto umanità, esperienze, generazioni, sguardi e approcci al mondo differenti. Nel quarto anno a causa del crescere delle relazioni di aiuto, ci si è accostati al tema dell’amore e dello scambio epistolare. “L’ultimo anno – conclude Traitsis – ci siamo approcciati al tema del condominio come pretesto per parlare non delle difficoltà e delle tensioni che pure esistono nelle coabitazioni, ma di persone che lo vivono e che, piano piano, dismettono quote di diffidenza, indifferenza, invadenza, per costruire fili di conoscenza, ironia, canzonature, balli, solidarietà, in cui ciascuno può trovare uno spazio vitale ed uscire dall’invisibilità quotidiana. La finalità del progetto è proprio questa: creare una condizione di benessere per tutti, con la possibilità di esportare sul territorio e di condividere i benefici del fare teatro con tutta la comunità. Per un teatro di benessere, continuativo, diffuso, quotidiano e per tutti”.