Sono 112 le realtà censite dal Dap e 39 quelle aderenti al Coordinamento nazionale teatri in carcere. Al via uno studio sulle esperienze culturali negli istituti di pena. "Drammaturgia penitenziaria" sarà materia di studio
boXROMA - Riconoscere il ruolo dell’attività di teatro in carcere e realizzare uno stabile coordinamento delle diverse esperienze di drammaturgia che si sono affermate negli ultimi anni in oltre cento istituti penitenziari italiani. E’ l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato questa mattina tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia e il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere.
Sono 112 le realtà che svolgono attività teatrale in carcere censite dal Dap, delle quali 39 – che hanno all’attivo almeno cinque anni di lavoro continuativo con i detentuti - aderiscono al Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, nato nel 2011 su impulso di convegni organizzati dalla rivista “Teatri delle diversità” e che raccoglie realtà attive in 13 regioni italiane. La sottoscrizione del Protocollo avvia un processo di collaborazione continuativo tra il Dap e Il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, che metterà a sistema le esperienze teatrali, nonché studi, ricerca, formazione e diffusione delle manifestazioni teatrali in carcere.
Con la firma del Protocollo, l’Amministrazione Penitenziaria, tramite l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari, s’impegna a inserire la “drammaturgia penitenziaria” quale disciplina di studio nei corsi di formazione degli operatori penitenziari, oltre che a diffondere la consapevolezza e dell’importanza dell’attività teatrale nei processi di conoscenza e di recupero sociale del detenuto. Il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere attraverso i suoi 39 aderenti si impegna con proprie strutture e risorse a sostenere le attività di studio e ricerca dell’Issp (Istituto Superiore di Studi Penitenziari), a realizzare uno stabile coordinamento volto a rafforzare, anche attraverso un’attività formativa, i processi di conoscenza dei detenuti e le attività educative a loro rivolte.
Alla Cerimonia ha partecipato Giovanni Tamburino, Capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, che ha parlato della crescita dell’attività teatrale nelle realtà penitenziarie italiane come un fenomeno di alto valore sociale per i detenuti. Massimo De Pascalis, Direttore generale dell'Istituto Superiore degli Studi Penitenziari, ha ribadito l’importanza del protocollo firmato oggi, anche ai fini delle formazione di operatori penitenziari nell’ambito di un’attività, come quella teatrale, che sta dando particolari risultati nel recupero dei detenuti. Vito Minoia, Presidente del Coordinamento Nazionale del Teatro in Carcere, ha evidenziato come il teatro in carcere, che rientra nella categoria del “teatro delle diversità”, negli ultimi 30 anni abbia contribuito a modificare il clima culturale delle realtà penitenziarie. (lj)