19 dicembre 2016 ore: 12:51
Immigrazione

Telegiornali, sempre di più sono i politici a parlare di immigrazione

I dati dell’Osservatorio di pavia, inseriti nel rapporto della Carta di Roma. Quando si parla di immigrazione i politici sono presenti in un servizio su due. “Migranti come terreno di scontro. Abbiamo preso atto del fatto che era ora di smetterla di usare toni ansiogeni ed emergenziali, ma la politica ancora non l’ha fatto”
F. Malavolta Gambe di immigrato - Da Rapporto carta di Roma

Foto di F. Malavolta

ROMA – Nel contesto del quarto Rapporto della Carta di Roma, gli analisti dell’Osservatorio di Pavia hanno rilevato che nei servizi sull’immigrazione mandati in onda nel corso del 2016 dai tg nella fascia prime time, i politici italiani sono presenti una volta ogni tre e quelli europei una volta ogni cinque. Complessivamente, i politici sono dunque presenti, quando si parla di immigrazione, in un servizio su due. Una percentuale che cala drasticamente quando si esamina la presenza di esponenti politici in servizi dedicati ad altre tematiche pure di grande rilevanza sociale. Inoltre, quanto alla carta stampata, si è constatato che nella metà dei titoli dedicati all’immigrazione si fa riferimento esplicito a esponenti politici italiani e/o europei. 

“I dati sulla crescente presenza di esponenti politici nei servizi dedicati all’immigrazione, mentre rappresentano una formidabile conferma della ‘normalizzazione’ del tema, sono anche una conferma della tendenza del nostro sistema informativo ad assecondare l’agenda politica – afferma Giovanni Maria Bellu, presidente dell’associazione Carta di Roma -. Un’agenda nella quale l’immigrazione compare come terreno di scontro. Abbiamo preso atto, finalmente, del fatto che era ora di smetterla di usare toni ansiogeni ed emergenziali per un fenomeno che dura da più di vent’anni, ma la politica ancora non l’ha fatto”.
“Lo scontro si riaccende in seguito a eventi connessi per larga parte all’accoglienza – aggiunge -. Gli sbarchi sono diventati “normali”, ma non lo è ancora quel che succede un attimo dopo. Raccontiamo nei dettagli che “sono arrivati”, ma continuiamo a spiegare molto poco perché “sono partiti”. Teniamo la conta dei migranti e dei rifugiati vittime del Mediterraneo e riferiamo di indagini e processi che hanno per protagonisti trafficanti di esseri umani, ma non raccontiamo con altrettanta attenzione i canali alternativi sicuri e legali già attivi, dal reinsediamento ai corridoi umanitari”.

La questione migratoria nei telegiornali. Migrazioni e migranti hanno avuto ampio spazio nelle edizioni del prime time dei telegiornali delle 7 reti generaliste italiane (TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto e TgLa7). Nel 2016 la visibilità del fenomeno migratorio rimane molto elevata, 2.954 notizie in 10 mesi, in calo (-26%) rispetto al 2015; è pur sempre una questione centrale ma senza i picchi congiunturali riscontrati nel corso dell’anno precedente; rispetto all’agenda complessiva è presente nel 5% dei servizi.

Immigrazione, notizie sui tg - Rapproto Carta di Roma 2016

“Non esiste una correlazione tra il numero delle notizie e l’aumento della paura verso gli immigrati: una elevata esposizione del fenomeno – come nel 2015 o, in misura minore nel 2013 – non corrisponde a un incremento dell’insicurezza nei confronti degli immigrati, anzi si assiste a un incremento della paura nei confronti dei migranti in ragione delle associazioni con il terrorismo di matrice jihadista, da un lato, e con le difficoltà dell’accoglienza e dell’integrazione”. Il 40% dei cittadini (7 punti percentuali in più rispetto al 2015) ritiene che gli immigrati costituiscano una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Sono solo 8 i giorni in cui non è presente almeno un servizio in uno dei 7 telegiornali (nel 2015 erano 20), e i picchi di visibilità del fenomeno si registrano in due o tre occasioni e con numeri inferiori al 2015 (32 servizi contro i 53 dell’anno scorso).
“La visibilità – si afferma - è continua durante tutto l’anno, e soprattutto associata alla dimensione politica e istituzionale, con incrementi di attenzione legati a fatti specifici e circoscritti: le violenze sessuali a Colonia, il caso dell’omicidio di Fermo e le barricate di abitanti nei comuni del ferrarese contro l’arrivo di richiedenti asilo, i vertici, gli incontri e la Brexit in Gran Bretagna”.

Centrale, come detto, il ruolo della politica, quella interna e quella europea: in 1 servizio su 2 sono presenti interventi di politici italiani e/o europei, i rappresentanti politico-istituzionali italiani intervengonoin voce nel 33% dei servizi sull’immigrazione, quelli europei nel 23% dei servizi.
Il primo tema dell’agenda dell’immigrazione è quello dell’accoglienza (36%) seguito dalla cronaca dei flussi migratori (27%) e dalla criminalità e sicurezza (24%), tre temi che occupano quasi il 90% dell’agenda complessiva. “Nella narrazione dell’accoglienza e dei flussi migratori, alla declinazione umanitaria si affianca quella del confronto e dello scontro, e della gestione “problematica” dell’accoglienza. Luoghi e concetti che rimandano all’idea di divisione: la “fortezza” Europa, la giungla di Calais, le barricate, il filo spinato lungo le frontiere”.

Migrazione, temi per tg - rapporto carta di roma 2016

La dimensione della criminalità e della sicurezza, in linea con gli anni precedenti, evidenzia una differenza tra i diversi network: questi temi sono presenti nel 37% dei casi sulle reti Mediaset, 3 volte in meno sulle reti Rai (13%) e su La7 (12%). “Registriamo alcune novità rispetto agli anni precedenti: la prima risiede nella visibilità di fatti criminali in cui gli ‘stranieri’ – rifugiati e migranti – sono presenti come vittime e non come autori di reato; la seconda, nell’uso dei termini ‘profugo’ e ‘richiedente asilo’ per definire gli autori di reato: ‘bande di profughi iraniani truffano i turisti a Roma’; ‘profugo minorenne in Svezia aggredisce la famiglia che lo ospita’, ‘stupro di una donna a Brescia ad opera di profughi’.

Immigrati, migranti e rifugiati hanno voce nel 3% dei casi, quasi meno della metà rispetto al 2015, con uno schiacciamento ulteriore della visibilità degli immigrati, associati ai casi di terrorismo e di criminalità.

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