Tempo di giochi, all'aperto e per tutti: ecco i parchi che "includono"
ROMA – Zombie a spasso, per una buona causa: raccogliere fondi per un parco inclusivo. Quella che si svolge oggi a Livorno, promossa dai sette “Camminatori folli”, è solo una delle tante iniziative, ma forse la più originale, a sostegno di una buona prassi che sta mettendo radici in ogni regione d'Italia. Molise escluso, almeno per il momento. Quella dei parchi giochi per tutti, o accessibili, o inclusivi, che dir si voglia. Interi parchi giochi, in alcuni casi, con un ricco corredo di attrazioni e attrezzature, oppure singoli giochi, siano esse scivoli, altalene o girelli. Fatto sta che, negli ultimi anni, l'attenzione al “gioco per tutti” sta crescendo, sostenuta da associazioni, singoli cittadini, associazioni e istituzioni.
E con l'arrivo della primavera, le giornate che si allungano, le temperature che si alzano, il diritto a trascorrere il tempo in un parco giochi, insieme ad amici e coetanei, si impone con forza sempre maggiore. A fare una “mappatura” dei parchi inclusivi, non esaustiva ma in costante aggiornamento, ci pensa il blog “Parchi per tutti”, che ad oggi ha contato circa 135 siti – o singoli giochi – per tutti. Da nord a sud, ad eccezione del Molise, non c'è regione che non offra ai suoi piccoli cittadini disabili la possibilità di trascorrere qualche ora di svago all'aperto: in testa la Puglia, con 21 attrazioni per tutti, seguita dalla Toscana. Altalene, scivoli o interi parchi accessibili sorgono in piccoli e grandi comuni: soprattutto piccoli, a dire il vero, con assenze significative proprio tra le principali città. Come Torino, dove il comune ancora non si è deciso a installare neanche un'altalena accessibile.
Ed è proprio a Torino che vive Marina Cometto, che per la figlia Claudia, gravemente disabile, ha fondato l'associazione Bottigelli e segue con costante attenzione tutte le tematiche intorno alla disabilità. “Ho inoltrato la domanda al comune, perché installi una di queste altalene che si stanno diffondendo in tutta Italia – ci racconta - ma la risposta ufficiale non è mai arrivata: in via ufficiosa , però, mi hanno mosso diverse obiezioni, facendo riferimento a pericolosità inesistenti, o rischi di atti di vandalismo, a cui però sono soggetti tutti i giochi installati nei giardini pubblici. Recentemente, poi – continua Cometto - è stata pubblicata sul giornale la Stampa una lettera del sindaco di Torino che dichiarava i costi e i tanti interventi di manutenzione per il canestro in un campo di basket sul territorio cittadino: circa 3.000 euro per il 2014! Nessuno però ha pensato di togliere i canestri, per evitare questi atti vandalici. Nel caso dell’altalena manca non solo la sensibilità, ma proprio la volontà di comprendere l’importanza della richiesta”.
Importanza compresa, invece, dai “Camminatori folli di Livorno”, che hanno ideato un progetto di parco inclusivo: per realizzarlo, da anni promuovono iniziative di raccolta fondi, tra cui la “Walking crazy dead” di domenica. E l'obiettivo è quasi raggiunto, visto che mancano solo 230 euro per totalizzare i 37mila euro necessari per la costruzione del parco. L'impresa, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe concludersi entro l'estate.
Nel resto d'Italia, tra le più recenti installazioni di giochi accessibili – sopratutto altalene – ci sono quelle a Firenze, Roma e nella vicina Aprilia, lo scorso anno; poi, a seguire, Salerno, Firenze, Cattolica, Brindisi, Città di Castello, Terni e, pochi giorni fa, Mazara del Vallo. A Rovereto, intanto, il consiglio comunale sta portando avanti, all'unanimità, un esperimento di parco “sbarrierato”, pensato per bambini disabili e non, “amico di tutti i bambini”. L'impressione è, insomma, che la tendenza all'inclusione, nella progettazione e la realizzazione dei parchi, inizi lentamente a diffondersi.
“Sì, inizia a prender piede la consapevolezza che anche i bambini con disabilità abbiano abbiano il diritto di andare in altalena, forse uno dei giochi più amati da sempre – commenta Marina Cometto - Credo che in molti casi le autorità cittadine abbiano subito le pressioni di associazioni e abbiano autorizzato a denti stretti; in altri casi, invece, l’elasticità mentale e una buona dose di sensibilità hanno permesso il diffondersi di queste belle iniziative”. Ma se da un lato alcuni parchi sono davvero “inclusivi” e per tutti, dall'altro ragioni di sicurezza impongono che certi giochi, come le altalene, siano pensate proprio per chi ha una disabilità. Allora, c'è chi avanza il sospetto di “discriminazione”, soprattutto quando un cartello avvisa che “l'altalena è riservata ai bambini in carrozzina”, come è accaduto lo scorso anno a Roma. “Ma come si fa a dire che siano discriminanti - protesta Cometto – delle altalene che permettono a chi è in carrozzina di provare l’ebbrezza dell’aria nei capelli e sul viso, senza restare a guardare gli altri bambini che si divertono? Queste altalene devono assolutamente essere installate nei parchi, accanto alle altre già presenti: poi ciascuno le userà a seconda delle proprie capacità. Un bambino che non può sedersi su un’altalena comune potrà così comunque provare la gioia di dondolare accanto all’amichetto”. (cl)