Terremoto, il vicepriore dell'abbazia di Norcia: "La basilica? Come la perdita di un caro"
Roma - "Convivono in me due sensazioni opposte. Di gioia, perche’ tutti i monaci benedettini, tutti gli abitanti di Norcia sono vivi e sarebbe potuta andare molto diversamente. Pero’, vedere la basilica crollata suscita una sensazione paragonabile a quella per la perdita di una persona cara. Anzi, forse anche di piu’, dato che non ti aspetteresti la fine improvvisa di una struttura millenaria". Lo dice a Radio1 Rai padre Benedetto Nivakoff, vicepriore dell’abbazia benedettina di Norcia. "Qui nacquero Benedetto e Scolastica- ricorda il vicepriore- e quella basilica rappresenta di fatto l’inizio della vita e della storia monastica benedettina. D’altronde, lo stesso San Benedetto vide per tre volte il monastero di Montecassino distrutto e i monaci salvati e in queste vicende si puo’ leggere anche una sorta di insegnamento relativo al distacco rispetto alle cose materiali. Certo, non sara’ facile ricreare tutto com’era prima". "Credo che sia importante preservare l’esistente e migliorare quanto possibile la basilica e lo spazio per i tanti pellegrini e visitatori che la affolleranno in futuro, a maggior ragione dopo il terremoto. La basilica e’ anche un simbolo per l’Europa , San Benedetto e’ il patrono d’Europa. Magari questo terribile evento- termina padre Benedetto Nivakoff- servira’ per ricordarlo a qualcuno che l’ha dimenticato". (DIRE)