Terremoto, Oxfam al lavoro in Siria e Turchia, con 80 cooperative femminili
ROMA - I team di Oxfam in Siria e Turchia sono al lavoro in queste ore, con i partner locali, per valutare i bisogni umanitari più urgenti per soccorrere la popolazione colpita dal terremoto, che ha già causato oltre 2 mila vittime. Il più grave sisma che abbia colpito la Turchia dal 1938. Un operatore di Oxfam si è unito inoltre alle squadre di alpinisti che stanno collaborando alle attività di ricerca e soccorso nel sud-ovest della Turchia. "L’area colpita è molto vasta e sono tantissime le abitazioni e le infrastrutture andate distrutte. – racconta Riccardo Sansone, responsabile Cooperazione Internazionale di Oxfam Italia – Dopo due terremoti violentissimi e oltre 60 scosse di assestamento, le persone sono ancora sotto shock e spaventate, fino ad ora non hanno avuto nemmeno il tempo di piangere i propri cari".
Oxfam in queste ore è al lavoro in Turchia insieme a 80 cooperative femminili nelle 10 province turche più colpite dal sisma, per coordinare gli sforzi umanitari. Mentre uno dei team sul campo si recherà domani nelle zone maggiormente distrutte per condurre le valutazioni sulla situazione, come parte della risposta della National Disaster Response Platform.
“Per tanti sfollati la situazione è disperata, dato che saranno costretti a dormire all’aperto in pieno inverno e in alcune aree dovranno passare la notte sotto la neve - continua Sansone – A questo si aggiunge la difficoltà di raggiungere alcune delle aree più colpite, molte strade e autostrade sono distrutte o bloccate anche per lunghi tratti. Il bilancio delle vittime continua ad aumentare così come il numero di sopravvissuti rimasti senza nulla, che potrebbe essere enorme”. Oxfam – impegnata nelle più gravi emergenze umanitarie nel portare acqua pulita, cibo, riparo e servizi igienico-sanitari - sta quindi valutando insieme ai propri partner quali sono gli interventi prioritari da mettere in campo sia nel breve, che nel lungo termine.
"Tutti i Paesi colpiti da questo terribile terremoto, e i sopravvissuti, avranno bisogno di aiuto e sostegno non solo nell'immediato, ma anche nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire", conclude Sansone.
In Siria, le città più colpite sono Aleppo, Latakia, Hama e Idlib e in moltissimi hanno lasciato le proprie abitazioni per paura di nuovi crolli. Decine di edifici sono stati gravemente danneggiati in tutta Aleppo e 46 sono crollati, mentre si prevede che le temperature scenderanno sotto lo zero durante la notte. C’è un disperato bisogno di riparo, cibo, acqua, carburante e cure mediche per i feriti. Questo devastante terremoto accade in un Paese dove oltre 15 milioni di persone avevano già bisogno di assistenza umanitaria.