2 novembre 2016 ore: 14:10
Disabilità

Terremoto, tende e container per la riabilitazione: "servizi vicini alla gente"

La Simfer sta proponendo nelle zone colpite soluzioni “mobili” per far riprendere servizi di riabilitazione ad anziani e disabili. Pestelli: “Lunedì porteremo la tenda a Cascia. E ad Amatrice vorremmo installare un container, con ambulatorio, telemedicina e officina ortopedica"
Terremoto: tenda simfer

- ROMA - “Se vogliamo che i territori colpiti dal terremoto rinascano, occorre portare i servizi più vicino possibile alle persone. Servizi che, quasi sempre, il terremoto interrompe”: è a partire da questa convinzione che Germano Pestelli, membro della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa), porterà lunedì prossimo a Cascia la “tenda dell'ascolto”: una struttura mobile che ospiterà servizi ambulatoriali di fisioterapia e riabilitazione per la popolazione locale colpita dal territorio. “Non mi riferisco solo a chi ha necessità di questo servizio a causa del sisma – ci spiega – ma ai tanti, anziani e disabili, che prima del terremoto usufruivano di questi servizi, che nella maggior parte dei casi sono stati interrotti”. E' uno degli effetti “secondari” del terremoto: quando non provoca nuove disabilità”, rischia di aggravare quelle già esistenti, proprio a causa della sospensione dei servizi. Ce ne parlava ad agosto Matilde Leonardi, pochi giorni dopo il drammatico sisma di fine estate.

“Per questo, come Simfer proponiamo di installare unità mobili nelle zone colpite – spiega oggi Pestelli - capaci non solo di riabilitare e 'riattivare' le persone che necessitano di questo servizio, ma anche di porsi come punto di riferimento per gli abitanti che hanno scelto di non allontanarsi”. Per questo, ad Amatrice la Simfer vorrebbe installare un modulo all'avanguardia, finanziato da Officine Rizzoli, mai utilizzato in Italia ma già sperimentato in altre zone del mondo colpite da catastrofi: “oltre alla tenda che porteremo lunedì a Cascia, stiamo cercando di ottenere l'autorizzazione, dalla autorità locali, per portare ad Amatrice questo container, in cui svolgere attività riabilitativa, ma anche telemedicina satellitare e officina ortopedica per protesi e ausili. E' un modulo di circa 40mq, più confortevole e caldo di una tenda, in cui lavorerebbero medici e terapisti locali, affiancati da volontari della Simfer. Abbiamo già presentato la nostra proposta e siamo in attesa di un riscontro. Personalmente, ritengo che un modulo come questo sia fondamentale, se pensiamo che i territori si debbano riprendere questo ci rivolgiamo innanzitutto a quelle aree in cui le persone hanno scelto di restare: perché crediamo che allontanare sbitanti e serviziequivalga a condannare a morte un territorio. Come potrebbe purtroppo accadere ai piccoli centri colpiti da questo sisma”.

Non è possibile dire quanti saranno i beneficiari dei servizi della tenda a Cascia, né quanti sarebbero a usufruire del container ad Amatrice: “Non ci sono numeri, non si sa quanti siano andati via, o quanti siano rimasti – ci riferisce Pestelli – Anche sulle zone più recentemente colpite, come l'interno delle Marche, sappiamo poco. Ho parlato con il primario dell'ospedale di Macerata, due giorni fa: mi ha detto che la situazione è drammatica, le strade sono interrotte e non mi ha saputo dare nessuna operatività. Anche in quei territori, però, vorremmo presto portar e i nostri servizi riabilitativi e riattivativi. So che ad Arquata la situazione è ulteriormente peggiorata: stavamo iniziando un'attività medico-riabilitativa anche lì, ma le nuove scosse hanno rallentato tutto”. 

Un allestimento dimostrativo della tenda Simfer
Terremoto: tenda simfer

Intanto, la Simfer sta portando i propri servizi negli alberghi della costa, che ospitano una parte degli sfollati. “A San Benedetto del Tronto – ci riferisce ancora Pestelli - ci sono sopratutto fisioterapisti e laureati in scienze motori, insieme a dipendenti della Asl, che gratuitamente stanno offrendo consulenza e attività fisica adattata, come ginnastica di gruppo, all'interno degli hotel. In ogni territorio, cerchiamo di portare ciò che ci sembra più adatto ai bisogni. Ringrazio chi ci aiuta ie sostiene in questo, come la Croce verde di Meldola-Predappio, che ci ha fornito gli automezzi per trasportare la tenda a Cascia. E sollecito chi ancora deve darci una risposta a farlo al più presto, perché siamo convinti che, se si vuole ricostruire, bisogna ridare subito vitalità alla comunità. Se questa si disperde e non trova il servizio dove crede di trovarlo, si disamora. E questi paesi rischiano di restare macerie”. (cl)

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