Terrorismo, "per arginarlo non bisogna ghettizzare o incolpare i musulmani"
MILANO - Per combattere il terrorismo islamico "la società italiana non deve isolare, ghettizzare e incolpare la comunità musulmana". Benaissa Bounegab è il presidente della Casa della cultura musulmana di via Padova 144. Uno dei centri musulmani storici della città, che vanta pure un Ambrogino d'oro assegnato dalla Giunta di Letizia Moratti. La sede è ancora in un garage all'interno di un cortile e sono sotto sfratto. Sulla sua pagina Facebook, Benaissa Bounegab oggi offre una lunga riflessione dopo l'ultimo attentato nella chiesa alla periferia di Ruen in Francia. "L'Isis ha per scopo la destabilizzazione dei paesi musulmani, l'assassinio degli innocenti, costringere intere famiglie a scappare verso terre che sembrano offrire una vita migliore", scrive. Il problema è che poi in questi anni sono stati abbandonate "nelle banlieux formando disoccuppati e gente che odia il sistema politico e il paese ove sono nati e cresciuti". Una situazione sociale che è la "piattaforma ideale per far nascere, spacciatori, ladri e assassini".
La situazione in Italia è però differente. "Ringraziamo dio che in Italia non viviamo questi problemi" perché l'immigrazione è recente e contenuta, "non vive nelle periferie isolate", "i figli degli immigrati studiano gratuitamente nelle stesse scuole pubbliche degli autoctoni senza nessuna distinzione" e c'è "un sistema sanitario che integra tutte le persone che possiedono un titolo di soggiorno" e "associazioni che coprono il resto". Tutto questo, sottolinea Benaissa Bounegab è il frutto di "un grandissimo lavoro" svolto dalle "associazioni che lottano per la parità dei diritti e dalle istituzioni". "Ogni giorno lavoriamo per arrivare a questa stabilità" aggiunge.
"Quello che sta succedendo in Francia e in Germania è un male nocivo per l'Europa e particolarmente per la stragrande maggioranza dei musulmani che ci vivono. La comunità si dissocia totalmente da queste malvagità. Questi fenomeni infestano il clima di convivenza che noi con altri abbiamo costruito in 40 anni". Gli attentati stanno, però, "generando xenofobia e guerra tra i poveri". Per il presidente della Casa della cultura musulmana, il clima politico ostile ai musulmani ha prodotto la legge regionale anti moschee che ostacola "la crescita dei rapporti" e costringe i musulmani in un "angolino con rabbia perché si sentono discriminati". Anche le comunità musulmane hanno la loro responsabilità, ci tiene a precisare Bounegab. "Mancano di maturità politica, invece di unire i loro sforzi per accelerare i tempi fanno la corsa verso una leadership politica che non porta da nessuna parte e che è servita solamente ad annullare il bando delle moschee (indetto dal Comune di Milano, ndr). Questi diverbi hanno portato alla divisione della comunità stessa in un modo sicuramente risanabile".
"La società italiana deve prendere le misure necessarie per superare questi momenti agendo in questo modo -conclude-. Non isolare, non ghettizzare e non incolpare la comunità musulmana per il terrore seminato da alcuni energumeni e rejetti della società in Francia, in Germania e precedentemente in Belgio. Occorre normalizzare le relazioni tra istituzione e comunità musulmana integrando la comunità musulmana nella risoluzione dei problemi. Badare che la comunità non sia rappresentata da persone originarie della stessa nazione e che abbiano uno storico equilibrato e democratico nella crescita della comunità. In alcune zone di Milano, come da noi in via Padova, i problemi hanno raggiunto un livello quasi insopportabile in quanto sotto sfratto esecutivo. Lo sfratto potrebbe far sloggiare una associazione storica come la Casa della Cultura Musulmana lasciando un vuoto che potrebbe essere colmato da intrusi. La strada è ancora lunga e che Dio aiuti la società italiana con tutte le sue componenti a ritrovare la stabilità e la pace". (dp)