21 settembre 2014 ore: 13:11
Non profit

Terzo settore, avanti con la riforma. Boschi: "E' la nostra scommessa"

Alla festa organizzata dal Pd a Livorno la titolare del dicastero delle riforme conferma l'attenzione del governo: "Tema che riguarda tutte le famiglie". Risorse per il cinque per mille, agevolazioni solo a chi le merita. "Ma chiedo trasparenza"
Terzo settore, non profit, donazioni, piantina che germoglia - SITO NUOVO
LIVORNO - "Non ci spaventa l'impegno che abbiamo preso, continueremo a lavorare sulle riforme e fra queste quella del terzo settore ha da parte nostra tutta l'attenzione che merita: quando il presidente del Consiglio Renzi dice che il terzo settore è in realtà il primo non lo fa per convenienza ma perchè ci crede". Fra gli applausi che le riserva la festa nazionale del Partito democratico dedicata al welfare, che si conclude oggi a Livorno e che ieri l'ha vista protagonista di un dibattito sulla riforma che interessa il mondo del non profit. Maria Elena Boschi, ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, intona un "avanti tutta" sulla strada tracciata dal disegno di legge delega presentato dal governo e che a settimane inizierà ad essere esaminato dalla Commissione Affari sociali di Montecitorio: "Si, si può sempre fare meglio, ma trovatemi un altro governo che in soli cinque mesi sia riuscito a fare quello che abbiamo fatto noi". In un sabato sera da "tutto esaurito", Boschi conferma l'impegno assunto dal premier Renzi di indicare in legge di stabilità le risorse destinate a coprire, senza alcun vincolo, l'istituto del cinque per mille (che la riforma poi mira a stabilizzare): "Sembra l'uovo di Colombo, sembra poca cosa, ma fino ad oggi non ci si era riusciti".
 
La titolare del ministero delle Riforme sottolinea anche l'impegno per il servizio civile (obiettivo 100 mila giovani entro il 2017), il sostegno alle imprese sociali, la riforma delle agevolazioni fiscali per le organizzazioni del terzo settore, alle quali "chiediamo al contempo maggiore trasparenza" sull'utilizzo dei fondi ricevuti (ad iniziare proprio da quelli provenienti dallo stesso cinque per mille). Ma per quanto la parte economica sia importante, "noi chiediamo una scommessa come paese, un investimento a 360 gradi, non solo economico ma culturale: è un tema che sta a cuore alle persone e alle famiglie, che parla alla loro quotidianità. "Credo - dice Boschi - che in ogni famiglia ci sia almeno una persona che fa volontariato o che è impegnata a qualche titolo nel mondo del non profit".
 
Quella del terzo settore, ammette Boschi, è una fra le riforme meno controverse, se non quella che in assoluto riscuote i maggiori consensi: se ne parla meno rispetto a molte altre "forse proprio per questo, perchè i giornalisti tendono a cercare ed enfatizzare le cose su cui non c'è accordo", ma ciò non significa comunque che nel dettaglio non ci siano punti da discutere e sui quali le posizioni possono anche essere diverse: una su tutte, la scelta di mantenere il nuovo servizio civile universale nell'alveo dell'art. 52 della Costituzione, come modalità di "difesa della patria". "Quando ne abbiamo discusso - dice - le posizioni erano molto diverse". Consenso invece c'è sulla necessità di distinguere all'interno del mondo del terzo settore quelle realtà che meritano maggiore attenzione:
 
"C'è una grande differenza - argomenta Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - fra un'associazione che svolge attività aggregativa in un quartiere periferico e difficile di una città e un circolo del golf, fra una cooperativa sociale che impiega persone disabili e un centro fitness". Non c'è niente di male - precisa subito - nel praticare golf o nel fare fitness, ma quanto al sostegno che lo Stato deve dare le diverse realtà non sono e non possono essere equivalenti. "Non dimentichiamo - rincara la dose il portavoce del Forum del terzo settore Pietro Barbieri - che solo per fare un esempio il cinque per mille lo prendono anche i comuni: che senso ha?". Lo stesso Barbieri, in tema di servizio civile e compartecipazione degli enti alle spese, dice a chiare lettere che "le organizzazioni del non profit non hanno modo di pagarlo", incassando subito dopo da Boschi la rassicurazione che "la delega intende fare una proposta di compartecipazione ai progetti più che in senso economico".
 
Quanto al giudizio complessivo sul disegno di legge delega "è molto positivo" - dice Paolo Beni, deputato Pd - anche se c'è margine per definire meglio alcune cose: la delega tanto più è stringente tanto più sarà efficace". Beni sottolinea il punto, "determinante e delicato" dei benefici fiscali e dell'identificazione dei soggetti ai quali concederli. "Per fare questo è importante definire bene i contorni e dò un giudizio positivo degli articoli 1 e 2 che definiscono la natura dei soggetti". Un giudizio positivo che nasce dall'essere riusciti "a rispondere all'annoso dilemma se le organizzazioni del terzo settore vadano disciplinate sulla base della natura del soggetto stesso o sulla base della natura delle azioni che compiono". La risposta che il ddl delega dà è "tutti e due", perchè è importante "considerare chi sei, cosa fai (contenuto dell'azione che svolgi), perchè lo fai (le motivazioni ideali che si spingono) e come lo fai (la dimensione organizzativa, la trasparenza, la democraticità)". Un supplemento di discussione può esserci - dice Beni - sul livello di equilibrio con il quale vogliamo miscelare le due dimensioni". In ogni caso "siamo sulla buona strada e il testo non sarà stravolto" nel passaggio parlamentare che lo aspetta. Anche se - aggiunge Barbieri - qualche preoccupazione suscitano le soluzioni individuate per l'organismo di monitoraggio, promozione e controllo del non profit, di cui salvaguardata la terzietà". 
 
In attesa che il Parlamento approvi la delega, il governo si porta avanti con il lavoro: "Stanno per essere avviate alcune task force sui singoli decreti legislativi - dice Bobba - in modo che quando il Parlamento avrà concluso la delega i decreti si trovino ad uno stadio avanzato di cottura, così da non perdere tempo e poter partire subito avendo una riforma in campo nella prima parte del 2015". 
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