3 ottobre 2014 ore: 13:47
Non profit

Terzo settore, Bobba: "La riforma non serve se il non profit non la sfrutta"

Il sottosegretario al Ministero del Lavoro interviene a Milano alla Sodalitas social innnovation. Tanti ancora gli errori da correggere nel sistema e le semplificazioni da portare avanti. Castellano (Sodalitas): "Non profit manca di innovazione"
Terzo settore, impresa sociale, volontariato tessere di puzzle - SITO NUOVO

MILANO - "Non serve una riforma del terzo settore, anche se scritta bene e completa, se non c'è un ecosistema pronto a riceverla e sfruttarla". Luigi Bobba, sottosegretario al Ministero del Lavoro, interviene così alla Sodalitas social innovation, giornata di lavori alla sede milanese di Assolombarda in cui si parla dell'innovazione degli enti non profit. Un evento giunto alla sua quarta edizione e che quest'anno ospita la presentazione che il sottosegretario Bobba fa della riforma del terzo settore a una platea di addetti ai lavori.

Luigi Bobba afferma che il governo punta su due pilastri: il servizio civile e l'impresa sociale. Il primo "sarà un grande vivaio di 100 mila giovani" e avrà la funzione di riattivare "la vocazione al volontariato" che in questi anni si è un po' persa. L'impresa sociale è la scommessa "per generare valore e innovazione sociale" attraverso la commistione tra mondo profit e non profit. Per il rilancio di questo settore il governo continua a pensare ad un fondo straordinario ma ancora non è chiaro da dove verranno i soldi.

Le storture da correggere nel sistema del terzo settore sono tante. Dai troppi registri alla poca chiarezza delle mission di alcuni. Bobba si dice determinato a rimettere ordine in una selva di normative che spesso non premiano le realtà che più lo meriterebbero con meccanismi come il 5 per mille sul quale ancora c'è da lavorare.

La lista dei difetti del non profit odierno si aggiorna con l'intervento di Ugo Castellano, presidente di Sodalitas. "Dal nostro osservatorio – spiega – abbiamo notato in questi anni un deficit di innovazione. Sono troppi i progetti 'me-too', 'copia-incolla', che non portano nulla di nuova". Aggiunge poi Castellano che le realtà del non profit fanno poco rete tra loro, perdendo l'occasione di migliorarsi. Ora la sfida che si presenta di fronte a loro è saper misurare di fronte ai propri stakeholder la loro capacità d'impatto, tradizione che nei Paesi anglofoni già dura da anni. (lb) 

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