Terzo settore: il mondo del non profit
La prima raccolta sistematica di dati sul non profit italiano è stata svolta dall’Istat nel 1999, poi perfezionata nel 2001, e ampliata nel 2013 nell’ambito del 9° Censimento generale dell’Industria e dei Servizi. Da questo rapporto risultano al 31 dicembre 2011: 301.191 organizzazioni (235.232 erano nel 2001), con 681 mila addetti (488.523 nel 2011), mentre i volontari stimati sono 4,7 milioni (oltre 3 milioni 200 mila nel 2001).
Il mondo del non profit comprende: associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, Organizzazioni non governative (Ong) per la cooperazione internazionale allo sviluppo, fondazioni, Onlus (organizzazioni non lucrative di utilità sociale). Queste ultime sono regolate dalla legge 460/1997, che detta soprattutto un regime fiscale: possono diventare Onlus praticamente tutte le organizzazioni di cui sopra.
Associazioni di volontariato. Sono regolate dalla legge 266/1991. In questo ambito esistono due rilevazioni. Quella dell’Istat risale al 2003 ed è riferita solo alle associazioni iscritte ai registri regionali del volontariato, previsti dalla legge ma non obbligatori (molte delle piccole non sono iscritte). Più attendibile invece l’indagine svolta dalla Fondazione Italiana per il volontariato (Fivol, oggi sciolta), che censisce sia quelle iscritte che quelle non iscritte: nel 2003 erano 21 mila associazioni, nel 2005 erano 28 mila, nel 2006 erano 35 mila, con 1 milione e 125 mila volontari, dei quali 650 prestavano servizio per un impegno medio di 5 ore settimanali (pari a 3,2 milioni di ore settimanali, equivalenti al lavoro di 80.600 operatori a tempo pieno. Nel 2010 si registra un'ulteriore crescita: dalle banche dati dei Centri di servizio al volontariato, presenti in tutta Italia, le associazioni (iscritte ai registri regionali e non) sarebbero 42 mila.
Associazioni di promozione sociale. Comprendono Acli, Arci, Auser, Avis e sono regolate dalla legge 383/2000. Sono 141 (Cnel/Istat 2008) e impiegano circa 50 mila persone (di cui 18 mila religiosi, 13 mila volontari e 8 mila dipendenti). Da sottolineare che quasi tutte hanno numerose ramificazioni territoriali e che ogni sede viene inclusa singolarmente nel conteggio generale del non profit.
Cooperative sociali. In realtà possono produrre profitti, ma sono inserite nel mondo del non profit perché gestiscono servizi sociali o occupano soggetti svantaggiati (legge 381/1991). Secondo gli ultimi dati ufficiali dell’Istat riferiti al 2005, le cooperative sociali erano circa 8.500. Vi lavoravano 244 mila persone a titolo retribuito e 34 mila volontari; 6,4 miliardi di euro era l’ammontare complessivo degli affari, mentre i beneficiari erano oltre 3,3 milioni di cittadini. I dati Unioncamere-Infocamere 2011 riferiscono che le cooperative sociali ammontano a 11.808.
Organizzazioni non governative di cooperazione internazionale. Secondo la Siscos (dossier "Un mestiere difficile"), nel 2010 le Ong che hanno progetti all’estero sono 289: di cui sono 142 quelle che hanno ricevuto l’idoneità del ministero degli Affari Esteri e 147 quelle che non ce l’hanno.
Fondazioni. Secondo l’Istat (2003) sono circa 4.700. Non c'è una legge particolare che regola le fondazioni a finalità “sociale” vera e propria.
Beneficiari del 5 per mille. Tra i beneficiari ci sono tutte le espressioni del non profit sopra elencate (volontariato, promozione sociale, fondazioni ecc.). Tra queste, moltissime associazioni di volontariato di base, ma è impossibile quantificarle: i requisiti infatti sono molto generici e possono accedervi quasi tutti, anche se è invalso dire che del 5 per mille beneficia il “mondo del volontariato”.
Leggi
Legge quadro sul volontariato (L. 266/1991)
Disciplina delle associazioni di promozione sociale (L. 383/2000)
Disciplina delle cooperative sociali (L. 381/1991)
Legge sulla Cooperazione italiana con i paesi in via di sviluppo (L. 49/1987)
Nuova disciplina tributaria sugli enti non profit (L. 460/1997)