Tesoretto, Zancan: “Non sia sprecato in forme inefficaci di sostegno al reddito”
PADOVA - "Il tesoretto a disposizione del Governo Renzi non va strattonato di qua e di là per poi sprecarlo in improbabili azioni di contrasto alla povertà, con proposte che già si sono dimostrate velleitarie e fallimentari. Le varie forme di sostegno al reddito, sperimentate negli ultimi 15 anni, hanno mostrato la loro incapacità e inefficacia di contrasto alla povertà. Sono politiche passive tradizionali, che non aiutano a uscire dalla condizione di bisogno e costringono molte persone ad essere assistite sine die". È il commento della Fondazione Zancan di Padova all’eventualità che le risorse aggiuntive reperite dal Def finiscano in nuovi trasferimenti economici. "In Italia destiniamo quote sproporzionate di risorse in contributi monetari ai poveri o sedicenti tali. Anche per questo siamo uno dei Paesi meno capaci di ridurre la povertà in Europa – sottolinea il direttore Tiziano Vecchiato -. È il paradosso di chi utilizza uno spartito musicale fatto di 65 linee sonore che suonano ognuna per contro proprio, senza rendersi conto che è la stessa musica: “trasferimenti”. Senza integrarsi e senza valorizzare le capacità delle persone povere. Non aiutano e tolgono la speranza che dalla povertà si possa uscire".
Le recenti sperimentazioni nazionali si sono distinte per inefficienza, tempi amministrativi estenuanti, pratiche assistenzialistiche già viste, costose e burocratiche. Non serve continuare a rinominarle per farle sembrare nuove. È successo con la “social card” che è diventata “nuova social card”. Altre denominazioni sono in lista di attesa. "Quello che era ritenuto efficace si è rivelato degenerativo – evidenzia il direttore -: consuma più risorse di quello che mette a disposizione. Le verifiche hanno documentato la sconfitta degli approcci paternalistici e delle politiche passive, con tassi di attivazione virtuali. Un grande consumo di risorse professionali con burocrazie di trasferimento senza rendimento, senza incontro con le persone per aiutare ad aiutarsi. I poveri hanno diritto di uscire dalla povertà, di non rimanere assistiti, di veder valorizzate la loro dignità e capacità senza attivazioni di carta (le cosiddette attivazioni fatte con moduli da compilare, chiamati progetti personalizzati)".
Per queste ragioni la Fondazione Zancan ha scelto di non aderire alla “Alleanza contro la povertà”. Ne condivide profondamente la finalità ma non la soluzione proposta. A un problema con “molte dimensioni” non si risponde con “una misura”. Le possibili soluzioni sono altre e "la Fondazione Zancan le ha documentate nei propri rapporti annuali per lottare contro la povertà con una pluralità di azioni. Tra queste c’è l’accesso gratuito ai servizi essenziali (sanitari, sociali ed educativi) per bambini e ragazzi poveri, che sono raddoppiati dal 2011 al 2013 – precisa Vecchiato -. Prima di aggiungere altre forme di sostegno economico a quelle esistenti (le 65 linee musicali) è urgente fare quello che politicamente viene evitato da 15 anni: “il riordino e la razionalizzazione delle provvidenze economiche di natura assistenziale”. Se, ad esempio, il tesoretto fosse destinato a creare 40-50.000 posti di lavoro di welfare per giovani disoccupati, si otterrebbero subito due risultati: loro e i loro figli piccoli non sarebbero più poveri; avremmo potenziato la infrastruttura professionale per aiutare ad aiutarsi".