4 aprile 2014 ore: 15:14
Società

Transessuale spogliata in ospedale alla presenza di 4 uomini. Protesta Arcigay Napoli

L’associazione denuncia il caso di una transessuale ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco che ha subito pratiche lesive della sua dignità. Ha accolto la denuncia l'onorevole Alessandro Zan di Sinistra Ecologia e Libertà
Francesco Cocco/Contrasto Transessuale in strada
ROMA - L’onorevole Alessandro Zan, deputato di Sinistra ecologia e libertà ha raccolto la denuncia dell'Arcigay di Napoli e ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute, della Giustizia e delle Politiche sociali sul caso della donna transessuale che, in seguito ad un ictus “sarebbe stata denudata e sottoposta a lavaggio, alla presenza in stanza di quattro pazienti maschi, senza l’adozione di paraventi o di altre misure idonee a tutelare la sua dignità e la sua riservatezza” spiega il parlamentare, esponente della comunità Lgbt.
La paziente è stata ricoverata nel reparto maschile a causa dei dati riportati sulla sua carta d’identità, che riportavano ancora il nome ed il sesso maschile originari. Il caso, scatenatosi per via della mancata modifica sui documenti, “riporta l’attenzione sull’urgente necessità di modificare la normativa nazionale sulla rettificazione di attribuzione di sesso, la legge 164 dell’82, che di fatto subordina la rettifica dell’atto di nascita e del nome alla sola effettuazione dell’invasivo intervento di riassegnazione chirurgica del sesso. E’ necessario - e in tal senso ho chiesto che il Governo valuti iniziative urgenti atte a superare questa situazione - adottare un approccio più aperto e rispettoso alla materia, in linea con le recenti pronunce della giurisprudenza nazionale: sempre più spesso, infatti i giudici sembrano ritenere sufficiente, per la rettifica del nome e del genere, il solo dato di appartenenza psicologica, rispetto a qualsivoglia ulteriore intervento chirurgico sul proprio corpo. I tempi previsti per l’intera procedura di riattribuzione del sesso, peraltro, appaiono assolutamente inadeguati a tutelare l’identità sessuale dei cittadini interessati: una situazione che coinvolge aspetti e diritti personalissimi e insindacabili” spiega l’onorevole Zan. (Hélène D'Angelo)
 
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