Trasparenze Festival, una restrospettiva sul teatro nelle carceri dell’Emilia-Romagna
Una scena di Odissea, la nuova produzione del Teatro dei Venti
MODENA – Si intitola “Abitare Utopie” la IX edizione del Trasparenze Festival, in calendario dal 27 luglio all’8 agosto tra Modena, Castelfranco Emilia e Gombola, borgo dell’Appennino modenese. Obiettivo, riflettere e conoscere il territorio per costruire una connessione tra carcere, città e Appennino. L’evento, infatti, ospiterà il primo Festival del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, organizzato per il decennale della fondazione: nasce così Trasparenze di Teatro Carcere, una panoramica su spettacoli e attività delle compagnie che lavorano negli istituti penitenziari della regione: il Teatro del Pratello a Bologna, il Teatro Nucleo a Ferrara, l’associazione Con...Tatto di Forlì, la cooperativa Le mani parlanti di Parma, il Lady Godiva Teatro di Ravenna, il MaMiMo – Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia e il Teatro dei Venti di Modena e Castelfranco Emilia, compagnia organizzatrice del festival e membro fondatore del Coordinamento.
Il debutto sarà affidato, martedì 27 luglio, a “Odissea”, progetto biennale del Teatro dei Venti. Lo spettacolo si sviluppa in diversi luoghi della città: il parco antistante il Teatro dei Segni di Modena, l’edificio teatrale, un bus navetta, gli istituti di Modena e di Castelfranco Emilia, le strade che si attraversano per spostarsi da un luogo all’altro. “Odissea” nasce all’interno del progetto Freeway, realizzato con i partner aufBruch (Germania), Fundacja Jubilo (Polonia) e UPSDA (Bulgaria) e promuove la creazione artistica, la formazione degli operatori teatrali, l’audience development e lo scambio di buone pratiche di teatro in carcere a livello europeo. Il festival sarà anche l’occasione per il primo meeting di progetto in presenza dall’inizio della pandemia: si ritroveranno a Modena alcuni rappresentanti delle realtà partner, degli operatori teatrali e degli spettatori provenienti dai Paesi coinvolti, per partecipare allo spettacolo e per uno scambio di pratiche.
Sempre il 27 luglio, la Compagnia del Pratello porterà in scena “Padre, guardami! secondo studio”, esito di un lungo laboratorio con un gruppo di ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile, penultima tappa del progetto “Padri e figli”. A seguire, il reading “Lettere dalla Tempesta” a cura di “Con…tatto”, che porta in scena il progetto epistolare ispirato all’opera Shakespeariana, con la lettura degli scritti dei detenuti della casa circondariale di Forlì. Il 28 luglio, una serata dedicata al progetto “Album di Famiglia” del Teatro Nucleo, con la proiezione del film mediometraggio tratto dallo spettacolo di Horacio Czertok e Marco Luciano con gli attori detenuti della casa circondariale Satta di Ferrara. Il 29 luglio sarà la volta del recital “Padri e figli” e della rivista “Quaderni di Teatro Carcere”. Ultimo appuntamento il 30 luglio con la presentazione del progetto “Sognalibero”, premio letterario nazionale per le carceri, promosso da Comune di Modena e Ministero della Giustizia con il sostegno di Bper Banca.
“Abitare Utopie, il titolo della nona edizione di Trasparenze – spiega Stefano Tè, direttore artistico del festival e del Tetro dei Venti, che lo organizza con Ater Fondazione – rimanda alla cura quotidiana dei luoghi e delle relazioni, al mantenimento di un presidio, che in quest'ultimo anno è stata la nostra pratica necessaria. Trasparenze è ‘l’evento Manifesto’ di questa pratica, il momento in cui la comunità si allarga e accoglie, mettendo in connessione luoghi diversi e diverse sensibilità. Insieme alla nostra comunità ci prendiamo il rischio di sperimentare accostamenti inediti, il contatto con il diverso, la cooperazione creativa. Perché il teatro ha la funzione di creare un rituale con la comunità, di preparare un’attitudine alla trasformazione dei luoghi, un’attitudine a superare le soglie che ci separano dal diverso. Le carceri diventano così parte del racconto e parte della città, mentre il borgo di Gombola diventa un teatro a cielo aperto per “Passione”, lo spettacolo collettivo creato insieme ai cittadini del luogo, e per tutti gli altri eventi che abiteranno quotidianamente il borgo. È un festival che invitiamo a vivere da ‘Spettatori Residenti’, con una presenza quotidiana, con un ritmo fuori dalla routine. Per sperimentare un teatro come luogo aperto, capace di lavorare sull’immaginario e di ricucire relazioni interrotte”.
Oltre al teatro, anche la musica sarà protagonista a Gombola: dal ‘Viaggio in Italia – La musica e i balli del Belpaese” di Ambrogio Sparagna alla Banda Rulli Frulli, un progetto di musica, integrazione e riutilizzo creativo dei materiali di recupero, passando per Cristina Donà e i Violini di Santa Vittoria, con il loro repertorio di musiche degli anni Venti e Trenta del Novecento, tra melodie e ritmi di una cultura popolare e contadina (che infatti, suoneranno al Mulino di Gombola).