5 febbraio 2024 ore: 15:35
Società

Turchia e Siria. A un anno dal terremoto, un bambino sfollato su tre ancora senza casa

Save the Children fa il punto sulle condizioni di vita degli sfollati a causa dei due forti terremoti che nel febbraio 2023 colpirono Turchia e Siria, causando 56mila vittime e hanno provocato milioni di sfollati
© Save the children Terremoto in Siria e Turchia, macerie. Foto Save the children
ROMA - In Turchia un bambino su tre che ha perso la casa a causa del terremoto di un anno fa vive ancora in rifugi temporanei, mentre sia in Turchia che in Siria i più piccoli lottano con l’ansia e altri problemi di salute mentale legati al trauma provocato dal sisma. Lo afferma Save the Children in una nota in cui ricorda i due terremoti che il 6 febbraio del 2023 colpirono Turchia e Siria causando oltre 56mila vittime e provocando milioni di sfollati. In Turchia circa 2,4 milioni di persone, tra cui 660.000 bambini, sono stati costretti a lasciare le loro case per trasferirsi in insediamenti temporanei, vivendo in tende e container metallici stretti quanto un posto auto. Un anno dopo, oltre 761.000 persone, tra cui 205.000 bambini, sono ancora senza casa.
 
“Le autorità turche stanno cercando di trasferire le persone in aree abitative formali – spiega Save the Children -, ma ancora quasi la metà (355mila) degli sfollati si trova in siti informali e non regolamentati, spesso costituiti da piccole tende o container di metallo, alcuni piccoli, di poco più di 3 metri”. In Siria, invece, “i bambini sopravvissuti al terremoto hanno dovuto affrontare una crescente crisi economica e una nuova escalation del conflitto, che ha danneggiato ulteriormente scuole e centri sanitari. Migliaia di persone sono ora senza accesso ad un riparo e senza cibo, mentre gran parte dell’assistenza da parte del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite nelle aree colpite dal terremoto è stata sospesa”.
 
I bambini hanno difficoltà a elaborare e affrontare tutto ciò che hanno subito, si legge nella nota. “In particolare, all’indomani del terremoto, in Siria, l’85% dei minori con disabilità che hanno parlato con i partner di Save the Children nel Paese hanno riferito di avere difficoltà nell’interagire con le loro famiglie, amici, insegnanti e altre persone a causa delle loro esperienze durante i terremoti – continua Save the Children -. Inoltre, secondo una recente ricerca, quasi il 70% degli intervistati in cinque aree della Siria controllate dal governo ha evidenziato che dopo il terremoto i bambini vivono in uno stato di tristezza, e circa il 30% ha dichiarato che hanno incubi e/o difficoltà a dormire. Dalle risposte delle famiglie intervistate in quattro aree colpite dal terremoto in Turchia, emerge che in seguito al sisma la metà di esse (51%) ha riferito cambiamenti nello stato psicologico o nel comportamento dei propri figli, il 49% ha mostrato segni di ansia e il 21% un comportamento aggressivo”.
 
La valutazione multisettoriale dei bisogni effettuata da Save the Children sulle famiglie che vivono in strutture formali e informali in Turchia ha rilevato che il 60% di esse aveva difficoltà a procurarsi prodotti per l’igiene di base. Secondo l’Onu, le persone che vivono in un’area informale su 4 affermano di non avere sufficiente accesso all’acqua.  La maggior parte delle famiglie sfollate ha potuto rimandare i propri figli a scuola in Turchia, ma il 30% dei genitori ha dovuto far fronte ai costi.  Per quanto riguarda la situazione in Siria, quest’anno quasi 1,5 milioni di persone in più necessitano di assistenza umanitaria, il 45% dei quali sono bambini. Ciò significa che un totale di 16,7 milioni di persone – quasi il 90% della popolazione – hanno ora bisogno di aiuti, il numero più alto dall’inizio della guerra quasi 13 anni fa. Molti bambini in Siria hanno dovuto lasciare le loro case, spesso più di una volta e sono migliaia le persone che vivono in tende improvvisate e campi per sfollati con i genitori che lottano per procurare cibo a sufficienza, acqua pulita e vestiti caldi.
 
“Sebbene il terremoto non sia più una notizia in evidenza sui giornali - ha affermato Sasha Ekanayake, Direttore di Save the Children per la Turchia -, i suoi effetti si fanno ancora sentire qui in Turchia. Siamo sulla strada della ripresa, ma la realtà è che un bambino su tre colpito dal terremoto è ancora bloccato in minuscole tende e container: non sono state distrutte solo le abitazioni, ma la vita che questi bambini avevano una volta. Save the Children sta lavorando duramente in collaborazione con le autorità locali per aiutare i minori a riprendere gli studi e ad accedere ai servizi di base, ma i bisogni rimangono elevati. La comunità internazionale non deve dimenticare la Turchia”. 
 
© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news