9 settembre 2016 ore: 13:26
Disabilità

Turismo accessibile, mercato di 10 milioni di persone. "Aziende sempre più attente"

Bilancio positivo, alla fine dell’estate 2016, da parte di Roberto Vitali, presidente di Village for All: “L’accessibilità non è un lusso ma un bene di qualità. Sempre più famiglie con disabilità chiedono di viaggiare. E le imprese si attrezzano. E’ un mercato pari a quello dei bikers”
Turismo accessibile. Fumetto

ROMA – Vacanze per tutti, crescono interesse e attenzione: “le aziende si adeguano, per rispondere a un mercato di circa 10 milioni di persone”. A fare un sintetico bilancio dell’estate appena trascorsa, dal punto di vista dell’accessibilità e del turismo senza barriere, è Roberto Vitali, presidente di Village for All, il marchio di qualità internazionale del turismo accessibile.

- “Noi non gestiamo direttamente le prenotazioni, quindi non abbiamo un contatto immediato con i clienti e non possiamo misurare con esattezza la domanda che arriva da questi. Forniamo però consulenza alle imprese turistiche, affinché diventino più accessibili: e in base ai contatti che riceviamo, posso dire con sicurezza che negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita dell’attenzione, da parte di queste imprese, verso il mondo del turismo accessibile. Abbiamo oggi 62 strutture affiliate in Italia, distribuite su tutto il territorio nazionale, ma siamo presenti anche in Croazia. E sulla base delle richieste che ci vengono rivolte, possiamo dire che gli imprenditori cercano sempre più di affrontare in modo corretto e non improvvisato la questione dell’accessibilità,  non solo per adeguarsi alle norme, ma anche per cogliere l’opportunità offerta da  un mercato di circa 10 milioni di persone: quello dei viaggiatori (o potenziali viaggiatori) con disabilità, insieme ai loro eventuali accompagnatori. Parliamo di un mercato che è pari a quello dei bikers”, continua Vitalia.

L’attenzione quindi aumenta, ma soprattutto “migliora, offrendo ai viaggiatori disabili una gamma di possibilità che non è, come era un tempo, necessariamente ‘di lusso’: ad adeguarsi sono infatti strutture che, seppur di qualità, variano da 1 a 5 stelle. Perché l’accessibilità non è un lusso, ma un bene di qualità, che deve essere equamente distribuito a tutti i livelli. E sono sempre di più gli hotel e i villaggi interessati ad affrontare il maniera professionale l’accoglienza dei villeggianti disabili”.

Accessibilità, però, ribadisce Vitali, “non è solo rispettare quanto previsto dalla legge, ma piuttosto rispondere al bisogno della persona: la differenza è data dall’ospitalità e dalla capacità di accogliere”. Alla maggiore attenzione da parte delle strutture turistiche corrisponde “una tendenza maggiore, delle famiglie con disabilità, a chiedere la possibilità di viaggiare e spostarsi: non si tratta ancora di un mercato completamente emerso, c’è ancora tanta strada da fare prima di poter parlare del turismo accessibile come di un fenomeno ‘di massa’. Però il bilancio è certamente positivo e la risposta, a fronte di una crescente domanda, si sta adeguando”. (cl) 

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