24 marzo 2022 ore: 12:55
Non profit

Ucraina, la Fict: “La pace si fa con il dialogo. Uno scandalo l’aumento della spesa militare”

Ieri si è riunito il Consiglio direttivo nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche. Il presidente Squillaci: “E’ attraverso tali percorsi di accoglienza e condivisione che si costruisce la pace. L’acquisto di armi e l’invio in Ucraina come soluzione del conflitto non è accettabile in alcun modo”

ROMA - “Ieri si è riunito il Consiglio direttivo nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche e, tra l’altro, i consiglieri hanno fatto il punto sul servizio che molti Centri federati stanno portando avanti per l’emergenza Ucraina. In tutte le regioni le realtà di accoglienza aderenti alla Fict si stanno adoperando, per come possibile, nel campo dell’ospitalità dei profughi ucraini, del sostegno e della raccolta fondi, intendendo tale attività come un dovere morale ed umano fortemente connesso alla nostra missione istituzionale”. E’ quanto afferma Luciano Squillaci, presidente della Fict.

E’ attraverso tali percorsi di accoglienza e condivisione che si costruisce la pace - dice Squillaci -, e, come dice papa Francesco, ‘Preghiamo perché i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione, è un problema’.”
“L’acquisto di armi e l’invio in Ucraina come soluzione del conflitto non è accettabile in alcun modo. Su questo siamo chiari, come chiaro a nostro avviso è stato il messaggio del Papa. Proprio per tale impegno, ed alla luce dei valori fondanti del nostro agire associativo, il Consiglio direttivo della Fict intende ribadire con estrema determinazione che la pace può essere costruita solo attraverso percorsi non violenti, o meglio 
uscire dalla logica della violenza ed imporre la logica dell’Uomo”.

“La Fict lancia un appello al Governo italiano e all’unione europea per intraprendere davvero un percorso e una soluzione pacifica della guerra in Ucraina – continua Squillaci -. Siamo convinti che non esistono guerre giuste e che la pace non si faccia con le armi ma con il dialogo. Pertanto, rifiutiamo con forza il ricorso alle armi per un disarmo immediato. Manca ancora, e purtroppo, la cultura e un linguaggio di pace. La guerra è morte di innocenti, di ogni diritto, di ogni parola, produce dolore, distruzione, povertà, disgregazione sociale, caos”. 
“E’ necessario lavorare sin da subito, anzi oggi è già tardi - continua il presidente Fict -, per costruire una cultura della pace, che non può essere invocata solo quando ci troviamo già di fronte al disastro, a corpi dilaniati dalle bombe di donne e bambini. La cultura della pace necessita un lavoro continuo, quotidiano, una trasformazione sociale che veda la comunità, tutte le comunità in una logica dialogante”.

“Riteniamo uno scandalo - dichiara ancora il presidente Fict -, l’aumento della spesa militare in Italia, paventata dal Governo, oltre che contraria agli stessi principi costituzionali, ed auspichiamo che le somme necessarie vengano invece messe a disposizione proprio per l’accoglienza delle migliaia di persone, non solo ucraine, che arrivano nel nostro paese in fuga dalla violenza, dalla guerra e da regimi totalitari. Ciò che è davvero necessario è adoperarsi in tutti i modi possibili perché si apra il dialogo e che la diplomazia internazionale si spenda, senza distinguo o divisioni, per costruire le basi per una pace duratura”.

“Siamo convinti che questo sia un reale percorso di pace affinché, utilizzando le parole forti di Don Mimmo Battaglia, vescovo di Napoli e già presidente Fict, ‘il Signore non debba ancora vedere le nostre mani armate all’ombra della Sua croce’”, conclude Squillaci.

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