Ucraina. Progetto di Soleterre a beneficio di circa 3 mila vittime degli ordigni esplosivi
Ha preso ufficialmente avvio il progetto “Rafforzamento della capacità degli ospedali di Lviv, Kyiv e Dnipro di rispondere, gestire e trattare le emergenze complesse legate alle vittime di ordigni esplosivi”, di Fondazione Soleterre con Fondazione Zaporuka, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) nell’ambito dell’iniziativa di emergenza a favore della popolazione colpita dal conflitto in Ucraina. L’intervento è volto al supporto di tre ospedali ucraini nella gestione di emergenze complesse, legate nello specifico alla cura e alla riabilitazione delle vittime di ordigni esplosivi nelle città di Kyiv, Lviv e Dnipro, coinvolgendo rispettivamente il National Children’s Specialized Hospital “Okhmatdyt”, il Centro Unbroken e il Children’s Clinical Hospital “St. Nicholas” di Lviv e il Multi-field Clinical Hospital №4 di Dnipro.
“Le forze russe hanno sempre fatto uso di mine antiuomo - dichiara Damiano Rizzi, psicoterapeuta, fondatore e presidente di Soleterre -. Nonostante il loro utilizzo sia proibito da un Trattato Internazionale che dal 1997 mette al bando le mine antiuomo e impone ai Paesi di distruggere le scorte, ripulire le aree contaminate e assistere le vittime. Tali ordigni sono stati sparsi lungo le strade, sepolti nei campi o nelle città devastate durante gli attacchi terrestri, dove il più alto numero di vittime corrisponde a civili, in particolare donne e bambini. Chi sopravvive rimane gravemente ferito e costretto a convivere con un trauma fisico ed emotivo devastante che è difficile da lenire durante una guerra, quando mancano mezzi e condizioni per prendersi propriamente cura dei pazienti. Con questo progetto ci impegniamo a ricostruire un apparato medico ed assistenziale capace di offrire il miglior percorso di cura e riabilitazione possibile per 2.900 vittime innocenti. Cercando di evitare amputazioni o laddove non possibile intervenire con protesi che riducono il danno funzionale dei pazienti”.
Sono 2.900 le vittime di ordigni esplosivi che beneficeranno direttamente del progetto, di cui il 50% sono minori e il 35% donne.
“Ad oggi, mine e ordigni esplosivi rappresentano una delle cause principali di lesioni gravi e mutilazioni della popolazione civile che affolla la strutture sanitarie ucraine e che richiedono cure mediche urgenti, specie durante eventi di massa dove la domanda di assistenza sanitaria supera in modo sproporzionato le risorse disponibili - afferma Soleterre -. Il progetto vuole quindi dare un sostegno diretto alle vittime, supportando i tre maggiori centri di riferimento ucraini per il trattamento chirurgico e riabilitativo delle ferite di guerra, grazie a una collaborazione virtuosa con ospedali italiani al fine di creare protocolli specifici per ogni fase delle presa in carico del paziente, dal trasporto alla riabilitazione post-operatoria”.
L’intero programma è stato pensato e strutturato su 4 livelli di intervento per arrivare a produrre un effettivo impatto sul sistema sanitario ucraino: “il primo – evidenzia Soleterre -corrisponde alla creazione di un coordinamento strategico multi-stakeholder che coinvolge organizzazioni umanitarie, ospedali ucraini e italiani e settore privato finalizzato all’armonizzazione e all’integrazione delle pratiche e all’ideazione di procedure condivise per la presa in carico del paziente. La seconda direttrice mira al potenziamento del supporto sanitario nella gestione delle emergenze complesse attraverso attività volte a generare un miglioramento nelle condizioni strutturali delle tre realtà ospedaliere e rendere l’erogazione dei servizi più sicura, efficace e adatta al contesto emergenziale attraverso la riabilitazione dei reparti e la fornitura di attrezzature mediche e medicinali. Il terzo livello di intervento coincide con il miglioramento delle capacità del personale medico-sanitario in prima linea negli ospedali di condurre il lavoro nonostante le difficoltà del conflitto attraverso la formazione specifica in Italia – riabilitazione, ortopedia, protesizzazione, ecc. – di un team composto da 15 operatori sanitari dei tre ospedali (5 per ogni struttura), in parallelo a un potenziamento dello staff ospedaliero attraverso il supporto agli ospedali nell’assunzione di personale specifico per la riabilitazione psico-fisica dei pazienti vittime delle mine. Il quarto e ultimo livello, infine, prevede l’assistenza diretta alle vittime delle mine attraverso la riabilitazione psicologica dei pazienti, il supporto abitativo per i pazienti in riabilitazione presso la Casa di accoglienza a Kiev e di Lviv di Soleterre e Zaporuka, e la distribuzione di kit igienici e di prima necessità ai pazienti sfollati ricoverati”.
L’elemento di unicità rispetto ad altri interventi nel medesimo settore in Ucraina è rappresentato dal coinvolgimento di importanti stakeholder italiani, tra cui ospedali d’eccellenza per il trattamento dei traumi riabilitativi complessi e associazioni del settore privato, specialmente aziende farmaceutiche e di produzione di dispositivi e attrezzature mediche. “Come sappiamo tutti la guerra porta con sé traumi non solo a livello fisico – spiega Natalia Onipko, fondatrice e presidente della Fondazione Zaporuka – è per questo che ogni nostro intervento include sempre la componente di supporto psicologico. La nuova iniziativa costruita con Soleterre ha un altro obiettivo non scritto: fare tutto il possibile affinché i beneficiari vivano con dignità e autostima tutto il proprio percorso riabilitativo”.