7 aprile 2016 ore: 12:43
Immigrazione

Udine, i profughi fuori accoglienza dormono all'aperto

L'associazione Ospiti in arrivo: "Sono una ventina, ma gli arrivi continuano, anche dalla rotta balcanica". In città due caserme e un dormitorio per la primissima accoglienza. "Non c'è mai stata una programmazione di lungo periodo"

UDINE - Il sottopasso della stazione di Udine è stato sgomberato nei giorni scorsi, per impedire alle persone richiedenti asilo rimaste fuori dall'accoglienza di accamparsi lì per ripararsi dalle intemperie come avvenuto quasi tutte le notti nel corso dell'inverno. Ma lo sgombero non ha risolto il problema di chi in città rimane fuori dall'accoglienza. "Si tratta di una ventina di persone - spiega Angela Lovat, referente della rotta balcanica per l'associazione Ospiti in arrivo -. I numeri variano di ora in ora: alcuni trovano posto nelle caserme e altri ne arrivano". Gli ultimi sono entrati in città ieri.

Al momento sono diverse centinaia i profughi in città: 517 sono ospitati nella caserma Cavarzerani, altri 60 sono stati inseriti in una seconda caserma, la Friuli. Altri 66 si trovano al dormitorio aperto per l'emergenza freddo che con l'aumento delle temperature potrebbe chiudere. "Il problema è che non c'è mai stata una programmazione di lungo periodo - incalza Lovat -. Si cerca sempre di risolvere le situazioni quando ormai si sono già verificate. Non ci sono mai stati in città posti a sufficienza per coprire gli arrivi, è sempre un agire a posteriori".

A Udine arrivano esclusivamente profughi dalla rotta balcanica, poiché gli i flussi ministeriali - per smistare chi arriva dal Sud - in regione sono bloccati. E anche se i confini lungo la rotta sono chiusi ogni giorno, secondo le testimonianze raccolte dall'associazione, c'è sempre chi dice di essere riuscito a passare: "Quando chiedo alle persone che incontro da dove arrivano mi dicono o dal'Austria o dalla rotta balcanica - riferisce Lovat -. Anche quelli arrivati ieri mi hanno dato la stessa risposta. Ma è difficile trovare una conferma, perché in molti non sanno neanche quali paesi hanno attraversato". (gig) 

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