Ue, Avramopoulos all'immigrazione. Ong scettiche e preoccupate
Dimitris Avramopoulos
boxBRUXELLES - Preoccupazione, scetticismo, attenzione, ma non voglia di fasciarsi la testa prima di essersela rotta. E’ questa l’atmosfera che si respira parlando con le Ong con base a Bruxelles sulla nomina di Dimitris Avramopoulos a nuovo commissario europeo per la Migrazione e gli Affari Interni.
Quello che salta all’occhio già nella lettera di incarico che il presidente dell’esecutivo Jean-Claude Juncker ha spedito all’ex ministro della difesa greco, nonché ex diplomatico ed ex sindaco di Atene, è il focus sulla prevenzione dell’immigrazione irregolare e sull’apertura dei confini UE ai talenti che vengono da fuori e la poca attenzione verso l’aspetto della protezione umanitaria da offrire ai migranti. Nella lettera, ad esempio, si parla sì di istituire canali legali di entrata per gli immigrati regolari, ma si pone l’accento sempre sul fatto che questi debbano essere funzionali per l’Ue, talenti appunto, sennò non li vogliamo. Come dire, dividere gli immigrati utili dagli immigrati non utili.
D’altronde è stato proprio lo stesso Avramopoulos che, in una visita in Bulgaria quando era ministro della difesa greco, ha elogiato il funzionamento del muro di separazione eretto al confine greco-turco di Evros e ha parlato di bisogno di “proteggere la nostra società e i nostri confini dall’immigrazione irregolare”. Insomma, la sensazione generale da parte delle ONG, anche se siamo ancora all’inizio del suo mandato, è che Avramopoulos abbia più a cuore il fatto di bloccare gli arrivi piuttosto che assicurare la protezione dei disperati che muoiono in mare.
Nicolas Beger, direttore dell’ufficio per le istituzioni europee di Amnesty International spiega: “Se fosse così, questo significa ignorare l’attuale crisi umanitaria a cui l’Europa si trova di fronte: “Non importa quanti muri l’Europa potrà costruire, i migranti continueranno a imbarcarsi e a morire in viaggi pericolosi via mare per raggiungere il nostro territorio. Oggi - conclude Beger - ci sono più rifugiati e profughi al mondo di quanti non ce ne siano mai stati dalla Seconda Guerra Mondiale”.
Ma una fonte che preferisce restare anonima, individua altri problemi più nascosti, come il fatto che il 90% delle migrazioni nel mondo siano dovute alla ricerca di lavoro e solo il 2 o 3% a scopo di avere migliori condizioni sanitarie o di godere di più sussidi sociali. La fonte spiega che dare al portafoglio dell’immigrazione un legame così stretto con quello degli affari interni, indebolendo i legami ad esempio con la delega alla giustizia, con i diritti fondamentali e col portafoglio del commissario all’Occupazione e agli affari Sociali è inquietante. Pur sospendendo il giudizio su Avramopoulos, nominato appena ieri, la fonte si dice anche preoccupata del focus che da molti è posto solo sul salvataggio di vite in mare, mentre molta dell’immigrazione irregolare e quindi delle persone che si trovano a essere poi sfruttate nelle nostre città, o costrette a vivere in condizioni deprecabili, ricattate, più soggette a violenza etc., arrivano in realtà in Europa attraverso visti turistici. La vera lotta, spiega la fonte, è quella di aprire canali legali di immigrazione e non solo quella, ovviamente importantissima, di salvare vite in mare.
Ricordiamo qui che, per come Juncker ha strutturato il suo team, la responsabilità del portafoglio migrazione non sarà a esclusiva di Dimitris Avramopoulos, visto che il greco sarà soggetto al controllo da parte di cinque dei sette vice presidenti che il lussemburghese ha scelto. In particolare, qualsiasi proposta del commissario greco potrà essere soggetta a veto da parte del vice presidente competente e, nel caso della migrazione, i due vicari di Juncker che avranno appunto la possibilità di esercitare diritto di veto saranno la Mogherini, per quel che riguarda le questioni legate anche agli affari esteri, e il braccio destro del capo della Commissione, l’olandese Frans Timmermans, che ha la delega ai diritti fondamentali.
Una visione più sfumata su Avramopoulos la ha il direttore del Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esuli (ECRE), Michael Diedrings: “E’ troppo presto per dare giudizi - ribadisce anche lui - ma anche se non abbiamo la sfera di cristallo, possiamo dire che Avramopoulos, per la sua carriera politica e diplomatica e per il fatto di venire dalla Grecia, un paese in cui la questione dell’immigrazione è molto sentita e affrontata, ha tutte le competenze per far bene il suo lavoro. Anche l’aver ricoperto il ruolo di ministro della Difesa può tornargli utile alla fin fine, visto che per esempio l’operazione italiana Mare Nostrum, che ha ricevuto tanti encomi, è stata gestita proprio dalla marina militare. Noi speriamo che la linea diretta che unirà il commissario alla Migrazione e il vice presidente Timmermans, che dovrà occuparsi di diritti fondamentali, servirà a far sì che l’Europa rispetti i suoi obblighi in materia di protezione di vite umane e non si concentri solo sulla prevenzione dell’immigrazione irregolare. E’ ovvio che la presentazione che di Avramopoulos e del suo portafoglio ha fatto Juncker ci preoccupa, perché è molto spostata su una visione utilitaristica dell’immigrazione, come mezzo per attrarre i talenti e sulla protezione dei confini. Ma non c’è da stupirsi che queste siano le linee guida: ciò conferma solo la rotta che l’UE ha preso ormai già da diversi anni”.Tutte le ONG, comunque, sono concordi nell’aspettare Avramopoulos al varco, in particolare all’audizione parlamentare che sarà prevista nei prossimi giorni. (Maurizio Molinari)