Profilazione razziale e discorsi d’odio. Consiglio d’Europa condanna l’Italia
ROMA - Politici che pronunciano discorsi d’odio, poliziotti che praticano una sistematica profilazione razziale. La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza condanna l’Italia. In un lungo rapporto l’Ecri analizza la situazione nel nostro paese di migranti, comunità, lgbt, rom e sinti. E chiede al nostro paese di porre rimedio, innanzitutto con l'istituzione di un organismo indipendente ed efficace per la parità. "Le autorità italiane devono fare di più per combattere l'incitamento all'odio, soprattutto da parte di personaggi pubblici" sottolinea la commissione che in un passaggio fa riferimento direttamente a Roberto Calderoli, che aveva definito l’ex ministra Cecile Kyenge un “orango”.
Inoltre, durante la sua visita in Italia, “la delegazione dell'Ecri è venuta a conoscenza di molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana. Queste testimonianze di frequenti fermi e controlli basati sull'origine etnica sono confermate anche dai rapporti delle organizzazioni della società civile e di altri organismi di monitoraggio internazionali specializzati” si legge nel rapporto. “Tuttavia, le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale. La profilazione razziale ha effetti notevolmente negativi, in quanto genera un senso di umiliazione ed ingiustizia per i gruppi coinvolti provocando stigmatizzazione e alienazione. È inoltre dannosa per la sicurezza generale in quanto diminuisce la fiducia nella polizia e contribuisce a non denunciare reati”. L'ECRI ritiene pertanto che le autorità debbano sottoporre le pratiche di fermo e di controllo/perquisizione della polizia ad un esame indipendente.
Alla diffusione del rapporto è seguita la durissima reazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “L’ECRI, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni - ha scritto in un posto sui social -. Meritano rispetto, non simili ingiurie”.