Anche la Danimarca, la Norvegia e la Svezia sono passate dalla condanna ai fatti annunciando il congelamento di una parte dei loro aiuti finanziari. La risposta del paese africano: "L’Occidente “può tenersi i suoi finanziamenti”
ROMA - La Banca mondiale sospende un prestito di 90 milioni di dollari all’Uganda in seguito all’approvazione della legge antiomosessualità. Il prestito elargito dalla Banca mondiale, che avrebbe dovuto essere approvato ieri, destinato al miglioramento della sanità in Uganda, è stato bloccato sine die in seguito all’inasprimento della legislazione contro l’omosessualità. L’approvazione di questa nuova legge omofoba – che vieta la propaganda in favore delle persone gay, impone l’obbligo di denunciare gli omosessuali e che si somma alla già durissima misura del carcere a vita- ha suscitato in tutto il mondo un sentimento di indignazione e condanna della decisione presa dal governo ugandese.
Mercoledì, come riportato dal quotidiano
Le Monde, il segretario di Stato americano John Kerry ha equiparato la legge ugandese a quelle in vigore nella Germania nazista, e molti altri Paesi, come la Danimarca, la Norvegia, la Svezia sono passate dalla condanna ai fatti annunciando il congelamento di una parte dei loro aiuti finanziari. Anche la Banca mondiale ha deciso di sospendere i 90 milioni di finanziamento per il 2014. Le motivazioni vengono chiarite da uno dei portavoce: “Abbiamo rinviato il progetto per condurre nuove consultazioni e assicurarci che gli obiettivi di sviluppo non saranno influenzati negativamente con l’entrata in vigore della nuova legge”. Alla condanna e alla riduzione degli aiuti finanziaria l’Uganda ha risposto dicendo che l’Occidente “può tenersi i suoi finanziamenti” e che il Paese continuerà a svilupparsi senza il suo aiuto. (Hélène D’Angelo)