16 agosto 2020 ore: 10:00
Disabilità

Un camper (accessibile) per superare le barriere. La storia di Claudio e Cristina

di Chiara Ludovisi
Campeggiatori da sempre, prima di diventare genitori viaggiavano con moto e tenda, poi sono passati al camper. Anche ora che Cristina non può più muoversi, a causa di una patologia rara, “questa è l'unica vacanza che la rende felice”. E quest'anno, con l'adeguamento del mezzo, sarà tutto più facile
camper accessibile Podlesnik

Il camper adattato per la famiglia Podlesnik

ROMA – Sono partiti anche quest'anno, Claudio, Cristina e i loro tre figli: da Milano all'Abruzzo, passando per Frosinone. Una tappa obbligata, per ritirare il camper adattato alle esigenze particolari di Cristina. Il tumore raro con il quale combatte da sempre ha fatto collassare il midollo, compromettendo l'uso degli arti. Ci sarà un binario, sul soffitto del camper, a trasportarla dall'ingresso fino al suo letto, perché “già lo scorso anno era molto difficoltoso sollevarla – spiega suo marito Claudio, 48 anni, milanese, con cui è sposata da 11 anni – Non potendo usare né braccia né gambe, non può più essere collaborante negli spostamenti, che diventano quindi davvero pesanti. Per questo l'ingegnere Maurizio Tiberi ha pensato di adattare il mezzo: solo uno come lui, che ha vissuto un'esperienza simile alla nostra, poteva avere quest'idea”. Maurizio Tiberi è "figlio d'arte”: suo padre gestiva la ditta di produzione di camper, che lui ha convertito, specializzandosi nell'adattamento dei mezzi per le persone con disabilità. Fatalità ha voluto che la disabilità sia poi entrata violentemente nella sua vita, con un infortunio sul lavoro che lo ha privato dell'uso delle gambe. Ma solo per il momento, perché Maurizio ha tutta l'intenzione e la volontà di tornare a camminare.. Ma questa è un'altra storia, che è stata ampiamente raccontata nel volume “Vite straordinarie” di SuperAbile, edito da Inail.

La storia nuova è quella che è iniziata il 7 agosto, con la consegna del mezzo. Cristina, romana, era a casa dei genitori ad aspettare che Claudio ritirasse il camper adattato alle sue esigenza. Oggi, con quel camper, sono in Abruzzo, a respirare l'aria di mare e di libertà. “Quella libertà che solo questo tipo di vacanza ci sanno dare – ci spiega Claudio – oggi come ieri. Prima la tenda, dal 2014 il camper: i nostri bambini lo amano così tanto che si domandano come facciano quelli che non lo hanno! Il nostro terzo figlio è nato prematuro, mentre eravamo in vacanza a Grosseto: per fortuna eravamo in camper, così mentre mia moglie era in ospedale io dormivo in camper su uno sterrato lì vicino!”.

Soprattutto con il progredire della malattia di Cristina, il camper ha svelato tutte le sue capacità: prima fra tutte, quella di renderla felice. “Dall'anno scorso la situazione è molto peggiorata: mia moglie fisicamente sta molto male, ma ha un cervello perfetto, quindi vive con lucidità questa condizione. L'aggravamento ha quindi ha avuto un fortissimo impatto psicologico: quando ha perso l'uso di gambe e braccia, ha perso anche la gioia e qualsiasi motivazione. Io cerco di stimolarla, di coinvolgerla il più possibile anche nella gestione dei nostri tre bambini. Il più piccolo ha 5 anni, il più grande ne ha 11, c'è tanto da fare e tanto può fare anche lei, Ma è completamente demotivata. C'è solo una cosa che la fa sorridere: muoversi con il camper. Ogni estate da Milano scendiamo a Roma, dove Cristina è nata e cresciuta e dove vive la sua famiglia. Quest'anno non abbiamo voluto rinunciare: il periodo del lockdown è stato molto duro, lei era ricoverata a Bergamo e io potevo andare a trovarla ogni tanto. Il 1 luglio siamo scesi a Roma, come al solito ci hanno ospitato i suoi genitori, in una casa da cui però lei riesce ad uscire con difficoltà, per via delle barriere architettoniche. Salire a bordo del camper, dopo che è stato personalizzato e reso più adatto alle nostre condizioni, significa sentirsi finalmente liberi. E, per lei, respirare finalmente un po' d'aria fresca. Se tutto andrò bene, resteremo in Abruzzo fino alla fine di agosto. E sono sicuro che Cristina ritroverà la fiducia e la gioia. Il coraggio, quello, non le è mai mancato. Passerà anche questo momento difficile”.

Ci racconta oggi Tibrri: "Due giorni fa mi chiama Cristina, la protagonista della storia, loro sono ancora in vacanza a Roseto degli Abruzzi, era felicissima del sistema che abbiamo montato, troppo felice, si stava godendo la vacanza con i suoi figli, lei era lì, finalmente ci poteva stare, a differenza delle ultime volte, mi diceva 'Io ci sono'. Ed io sono stato ancora più felice di lei"

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