28 dicembre 2015 ore: 15:49
Giustizia

Un carcere più vicino alla vita reale: le conclusioni degli Stati generali

Pubblicati nelle prossime ore sul sito del ministero della Giustizia i rapporti conclusivi dei 18 tavoli tecnici. E' il frutto del lavoro dei 200 esperti, riuniti dal ministro Orlando per ridisegnare la mappa dell’esecuzione penale. Una mail per raccogliere i contributi della società civile
Carcere. cancello

Roma – Un carcere più vicino alla vita reale, che responsabilizzi i detenuti, consenta di mantenere saldi gli affetti familiari, sia in grado di garantire un’adeguata assistenza medica e spazi idonei, che accompagni i reclusi nel complesso percorso di reinserimento una volta finito di scontare la pena, con un occhio specifico per il settore femminile e dei minori. Il progetto ambizioso che va sotto il nome di Stati generali dell’esecuzione penale tira il fiato prima dello step finale. Voluto dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è stato varato a maggio ed ha lo scopo di ridisegnare la mappa dell’esecuzione penale italiana dopo la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo e ricalcando gli stessi solchi dell’attuale ordinamento penitenziario, tra i più avanzati del mondo, che proprio quest’anno compie 40 anni.

Il lavoro svolto dai 200 esperti riuniti intorno ai 18 tavoli tecnici è stato completato, i contenuti sono stati tutti depositati ed è in corso il lavoro di assemblaggio del materiale che nelle prossime ore sarà pubblicato sul sito del ministero della Giustizia. Le relazioni finali seguono quelle di medio termine pubblicate a ottobre e raccolgono la vasta opera di ricerca, progettazione e analisi della situazione detentiva nel nostro Paese e delle buone prassi italiane e internazionali oggetto di questi mesi di lavoro: dall’architettura, all’assistenza psichiatrica, al lavoro in carcere, all’introduzione della telemedicina, passando per la salvaguardia degli affetti familiari, la territorialità della pena e tutto ciò che ruota intorno al trattamento penitenziario: lavoro, formazione, istruzione, cultura, sport. Non ultimo, il tema “Stranieri ed esecuzione penale”, trattato dal tavolo numero 7 e tornato nel frattempo prepotentemente di attualità dopo i fatti di Parigi e le diverse segnalazioni che stanno arrivando dai servizi di intelligence internazionali.

“La nostra ambiziosa scommessa – aveva detto il ministro Orlando a maggio, annunciando l’apertura dei lavori - è che attraverso gli Stati Generali si apra un dibattito che coinvolga l’opinione pubblica e la società italiana nel suo complesso, dal mondo dell’economia, a quello della produzione artistica, culturale, professionale”. E proprio per raccogliere i contributi esterni, sul sito del ministero è stata aperta una mail specifica (statigenerali@giustizia.it) attraverso la quale è possibile inviare proposte ed  idee. In questo modo gli Stati Generali aprono “a quanti – si legge sul sito - vogliano inviare suggerimenti, soluzioni sperimentate in Italia o all’estero, esempi di buone prassi. Il Comitato di esperti e il Tavolo tematico esamineranno attentamente ogni singolo contributo. Quando i Tavoli avranno elaborato la proposta definitiva, sarà aperta una consultazione pubblica per raccogliere critiche e integrazioni di cui si terrà conto nella predisposizione del progetto complessivo e finale”.

Tutto il materiale che arriverà dagli Stati generali sarà rielaborato nella proposta conclusiva a cura del comitato di esperti che è coordinato da Glauco Giostra, ordinario di procedura penale presso l’università Sapienza di Roma, e composto da Adolfo Ceretti, Università Milano Bicocca, Luigi Ciotti, presidente Libera, associazione per la lotta alle mafie, Franco Della Casa, Università di Genova, Mauro Palma, Presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale Consiglio d’Europa, recentemente nominato presidente del Garante nazionale dei detenuti, Luisa Prodi, presidente Seac – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario, Marco Ruotolo, Università Roma Tre, Vladimiro Zagrebelsky, direttore del Laboratorio dei Diritti Fondamentali (LDF), Torino, Francesca Zuccari, Comunità di Sant’Egidio. (Teresa Valiani)

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