8 maggio 2013 ore: 14:43
Società

Un giorno in radio per 70 ragazzi down di tutta Europa

Radio Vaticana ospita i ragazzi del progetto “Think different, think Europe”, guidato dall’Aipd. Dall’Ucraina alla Spagna, vengono intervistati dai giornalisti sui temi della cittadinanza e della partecipazione
Ragazzo con sindrome di down parla alla radio
ROMA - “Mi chiamo Giovanni, mi piace fare sport e ballare, esco con gli amici e mi diverto molto. Ho partecipato al progetto My Opinion My Vote dove mi sono confrontato sul tema del dritto di voto con persone con sindrome di Down di diversi paesi, maltesi, spagnoli, ungheresi e danesi scoprendo culture molto diverse dalla mia. Ho scoperto che i nostri diritti sono diversi nei vari paesi dell'Unione Europea, sono certo che abbiamo la possibilità di imparare come si vota”. E’ questa la testimonianza che Giovanni Grillo, 26 anni, giovane con sindrome di Down, ha dato questa mattina nel corso del primo incontro ufficiale previsto nell’ambito del progetto “Think different Think  Europe”, che vede la partecipazione di 70 persone con sindrome di Down e caregivers provenienti da 10 paesi dell'Unione Europea. L’incontro, iniziato ieri, si svolge a Roma fino al 10 maggio e vede come capofila l’Aipd, Associazione Italiana Persone Down.
 
Gli ospiti delle diverse delegazioni sono stati accolti questa mattina da Radio Vaticana, dove sono stati intervistati dai giornalisti, ciascuno nella propria lingua (la radio trasmette in 70 lingue mondiali). Le interviste hanno seguito un primo momento di accoglienza e presentazione della radio attraverso la visione di un breve filmato e uno scambio di esperienze dei diversi partecipanti. Tema delle interviste è stata l'esperienza dei ragazzi con sindrome di Down sul tema della cittadinanza, la loro partecipazione al diritto di voto e sulle proprie opinioni circa la politica e quanto i propri diritti siano rispettati dai propri paesi di origine.
 
Oltre a Giovanni, che fa parte della sezione romana dell'Aipd e ha parlato come delegato dei giovani italiani, hanno preso la parola anche altri nove giovani con sindrome di Down. Per l'Ucraina ha parlato Ivan Burkivskyi, 20 anni: “Mi sono diplomato nel 2011, sono molto felice perché ho una famiglia grande e unita. Nel corso dell'estate lavoro, da 3 anni faccio boxe, ho visto gli Europei del 2012 con mio padre e mio fratello. Io penso che le persone con sindrome di Down hanno importanti possibilità, noi vogliamo avere un futuro e un lavoro, vorrei avere una mia famiglia e una mia casa”. Per la Spagna ha raccontato la sua esperienza Llamo Arnau Alfageme Carrera di Sabadell, vicino Barcellona:  “Rappresento la delegazione spagnola, sono il più piccolo di tre fratelli. Amo molto suonare il flauto dolce, lo suono sin da piccolo. Ho un gruppo musicale, “Els Cracs d'Andi”, suoniamo insieme da 8 anni e partecipiamo a manifestazioni per la diversità culturale e per una società inclusiva e più giusta. Lavoro da 4 anni in una compagnia che si chiama “Sage Logic Control”. Vivo in una casa con tre ragazze, siamo amici, mi sento un ragazzo molto fortunato. Facciamo una vita indipendente, con un operatore che viene saltuariamente. Sono un membro attivo della mia società, sono molto interessato alle proposte politiche nel corso delle campagne elettorale in modo da farmi un'idea di chi votare.
 
Per l'Irlanda ha parlato Declan Murphy, 26 anni: “Ho 5 sorelle e due fratelli. La mia famiglia ha una grande parte nella mia vita. Lavoro, faccio sport. Mio padre è un insegnante in pensione e mia mamma era infermiera. Lavoro come impiegato in un ufficio. La mia passione è Obama, il Presidente degli Stati Uniti è il mio idolo! Mi piace informarmi sulla politica, anche se non mi piacciono i programmi dove i politici urlano e litigano. Nel 2009 sono stato coinvolto in un progetto per persone con sindrome di Down, My Opinon My Vote e da allora sono più attivo su questo tema, ho scoperto che la mia opinione è importante. In Irlanda i cittadini con sindrome di Down hanno diritto di voto e vogliono essere rispettati per i loro diritti, i politici devono quindi preparare programmi anche per loro, perchè le leggi del paese influenzano anche la vita delle persone con sindrome di Down. Il modo di includere i ragazzi down è quello di chiedere a loro le loro opinioni”.
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