22 settembre 2014 ore: 17:43
Salute

Un logo indica comuni e negozi slot free. “Dove l’azzardo non c’è si vive meglio”

Il commento dell'assessore Marzocchi: “Serve un cambiamento di consapevolezza, accompagnato da un impegno forte anche del privato sociale e del volontariato”. Lusenti: “Prevenzione garantita anche se non ancora inserita nei Lea”
Fila di slot machines

BOLOGNA – Una vetrofania con il marchio “Slot free ER” per gli esercizi commerciali, in  modo da ridurre luoghi e occasioni di gioco. Parte la fase operativa del Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico 2014-2016 della Regione Emilia-Romagna. Con una particolarità: il coinvolgimento di Comuni ed esercizi commerciali, attraverso la diffusione di un apposito marchio. Approvato nel marzo scorso all’unanimità dall’Assemblea legislativa, il Piano (che si richiama ai principi della legge regionale 5 del 2013) ha tra gli obiettivi la realizzazione di progetti di prevenzione e sensibilizzazione sul rischio di dipendenza da gioco. In Emilia-Romagna, nel 2013, questo fenomeno (che ha prodotto un fatturato di circa 6 milioni di euro) ha comportato l’assistenza di 1.102 persone da parte dei Sert delle Aziende Usl. Un dato, questo, fortemente in crescita; si stima, inoltre, che i giocatori totali siano circa 10 mila. “La dipendenza da gioco d’azzardo sta rovinando la vita di sempre più persone, anche nella nostra regione, persone spesso fragili, che pensano di aver trovato una facile via d’uscita da precarietà e insicurezza – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – Occorre dunque un cambiamento di consapevolezza che deve essere accompagnato da un impegno forte da parte anche di privato sociale e volontariato. L’Emilia-Romagna è da sempre una regione all’avanguardia nell’affrontare i nuovi problemi che i mutamenti sociali portano con sé e anche sul fronte delle dipendenze da gioco d’azzardo continueremo il lavoro con gli enti locali per sostenere e ampliare l’impegno di chi quotidianamente affronta sul territorio quest’emergenza sociale”.

Tra le caratteristiche del piano c’è il coinvolgimento degli esercizi commerciali che operano sul territorio regionale (bar, tabaccherie, circoli ricreativi) per ridurre i luoghi e le occasioni di gioco con slot machine e totem per il gioco online. La collaborazione degli esercenti è fondamentale per la diffusione e sensibilizzazione delle azioni del Piano: sono state realizzate infatti vetrofanie con il marchio “Slot Free ER”  (e lo slogan: “Dove il gioco d’azzardo non c’è si vive meglio”) che possono essere applicate sulle vetrine all’entrata dei locali. In questo modo, i cittadini possono riconoscere e scegliere un locale dove non ci sono slot machine o totem per il gioco on line. “Vogliamo porre l’attenzione su un tema che è di natura etica, ma con ricadute sanitare e sociali – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – . Il nostro impegno è quello di creare un circuito virtuoso, di sostenere una cultura della responsabilizzazione sui rischi sia verso la persona sia verso la comunità nel suo complesso. L’eccessiva diffusione delle sale dedicate al gioco d’azzardo è il risultato di scelte che riteniamo sbagliate e che stanno alimentando un fenomeno della dipendenza in costante crescita. La prevenzione e la cura dei malati da gioco in Emilia-Romagna sono comunque garantite, anche se non sono ancora inserite nei Livelli essenziali di assistenza in ambito nazionale”.

Il piano prevede inoltre corsi obbligatori di formazione per il personale delle sale da gioco (che partiranno entro l’anno) per favorire una responsabilità sociale ‘diffusa’ verso i giocatori più fragili e sui rischi della dipendenza da gioco d’azzardo. Altri corsi saranno rivolti al personale socio-sanitario dei Comuni (operatori di sportelli sociali, centri per le famiglie) e agli agentid elle Polizie locali per informarli sui rischi del gioco e sui percorsi di cura, in modo da favorire il riconoscimento precoce del problema e orientare il cittadini verso i servizi di cura. In base al Piano la Regione, con ulteriori risorse rispetto ai Livelli essenziali di assistenza oggi definiti, ha attivato in ogni Azienda Usl un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico, in rete con associazioni del terzo settore impegnate sul tema. (lp)

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