Un premio ai Black Panthers, la squadra dei profughi che combatte le discriminazioni
- MILANO - "Sul campo siamo imbattibili, ma nella vita giochiamo una partita impari": per i calciatori dei Black Panthers, squadra di profughi ospiti a Milano, lo sport è non solo un'occasione di integrazione, ma anche uno strumento di lotta contro le discriminazioni. Oggi sono stati premiati dalla Fondazione Ismu, in occasione della presentazione del Rapporto sulle migrazioni 2016. "Quando siamo arrivati in Europa pensavamo di essere finalmente nella culla della democrazia -ha detto Suleyman Jallow, copresidente dei Black Panthers-. Ma ci siamo accorti che non è così. Abbiamo visto che c'è un trattamento diverso tra migranti economici e richiedenti asilo. Secondo noi queste diversità non ci devono essere, chiunque ha il diritto di esistere". Per Suleyman è necessario "riconoscere tutti gli immigrati", non lasciare che una parte sia considerata irregolare e "lasciata così nelle mani della criminalità". Insieme ai Black Panthers, l'Ismu ha premiato oggi anche Patjm Brija, 25enne albanese originario di Kukes. Arrivato in Italia all'età di 16 anni, dopo un lungo viaggio a piedi attraverso i Balcani, è oggi un imprenditore che dà lavoro ad altre cinque persone. Grazie al sistema di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, è riuscito a seguire un corso professionale per giardinieri. E dopo un'esperienza in un'impresa, ne ha aperta una tutta sua. "Vi ringrazio di cuore -ha detto ricevendo il premio-. Ringrazio in particolare chi mi è stato vicino e mi ha permesso di arrivare fino qui". (dp)