Un punto d’ascolto e un centro d’accoglienza per i rifugiati lgbt di Berlino
BERLINO - “Hai bisogno di aiuto o di informazioni? Siamo gay anche noi, risponderemo alle tue domande e ti aiuteremo a cercare la persona a cui rivolgerti: un medico, un avvocato, un insegnante di lingua, uno psicoterapeuta”: Schwulenberatung, ente tedesco di assistenza per omosessuali che da 30 anni si occupa di diritti lgbt nella capitale, si presenta così. Ma dopo i tanti episodi di discriminazione – e talvolta vera e propria violenza – in città nei confronti di migranti lgbt ha scelto di aprire uno spazio dedicato a loro: un luogo di accoglienza aperto a tutti i richiedenti asilo omosessuali, transessuali e bisessuali: “Trattiamo tutte le informazioni che ci vengono fornite con estrema attenzione. Parliamo inglese, arabo, tedesco, spagnolo e francese, ma con il supporto di amici possiamo cimentarci anche in altre lingue. Attraverso di noi i migranti lgbt possono entrare in contatto tra loro, trovare informazioni e aiutarsi a vicenda”. Schwulenberatung offre questo servizio ogni martedì e venerdì dalle 14 alle 18, senza appuntamento. L’associazione porta avanti anche progetti di sostegno per le persone sieropositive, con sifilide o epatite C; oltre a iniziative di supporto a tutta la famiglia della persona che a loro si rivolge: entrambi saranno aperti anche ai migranti.
In primavera, poi, nella capitale tedesca nascerà un centro d’accoglienza solo per i rifugiati lgbt. Un centro gestito proprio da Schwulenberatung, che ospiterà tra le 100 e le 120 persone. L’annuncio è arrivato dal Senato cittadino: decisiva l’azione delle associazioni nazionali e locali, sostenute dalla Caritas e dall’arcivescovo di Berlino Heiner Koch, che pochi giorni fa ha voluto visitare i rifugiati accolti da Miles e Lsvd, altre associazioni impegnate nella lotta per i diritti gay. Il Senato ha spiegato che l’apertura del centro, prevista per marzo, si è resa necessaria dopo i recenti episodi di insulti, percosse e accoltellamenti di cui i migranti lgbt sono stati vittime, pare anche negli stessi centri d’accoglienza. Responsabili delle aggressioni, secondo la stampa tedesca, “altri migranti ma anche addetti alla sicurezza e persino interpreti”.
Jörg Steinert, presidente di Lsvd a Berlino, ha dichiarato che da agosto a dicembre 2015, 95 rifugiati hanno chiesto assistenza all’associazione perché vittime di episodi di omofobia, la maggior parte dei quali sarebbe avvenuta proprio all’interno dei centri dove risiedono gli stessi richiedenti asilo. La testata Berlino Magazine scrive: “In attesa dell'apertura del centro, 150 persone hanno fatto richiesta di trasferimento temporaneo: solo 3 sono riuscite a ottenerlo. Intanto, c’è chi parla di ghettizzazione e chi di un provvedimento di tutela”. Per il momento i futuri inquilini del centro sono stati sistemati negli alloggi per i rifugiati particolarmente bisognosi di protezione, come le madri sole con bambini. Secondo le stime di Marcel de Groot, amministratore delegato di Schwulenberatung, il numero di rifugiati omosessuali e transessuali a Berlino si aggira intorno a 3.500. (Ambra Notari)