Una notte in Via delle idee, il nuovo b&b dei ragazzi con sindrome di Down
BOLOGNA - “Eccoti qui, ti aspettavo. Prego, vieni pure, puoi parcheggiare dentro la bicicletta”. È emozionato Giovanni quando apre il portone di via Saragozza 76 e mi accompagna nel cortile interno, in mezzo agli antichi palazzi bolognesi. “Questo è lo spazio all’aperto che mettiamo a disposizione, in estate è molto bello. Ora vedrai anche l’appartamento”. Saliamo le vecchie scale strette, primo piano, ci fermiamo davanti a una porta con una grande ghirlanda natalizia. Giovanni gira la chiave e infila la mano nel buio, sulla sinistra trova l’interruttore. Click. “Benvenuta in Via delle idee”. Davanti a me una stanza molto ampia, dai colori caldi, curata nei minimi dettagli: il nuovo bed&breakfast dell’associazione d’Idee ha aperto pochi giorni fa in pieno centro a Bologna e ha già accolto diversi ospiti.
A riceverli è sempre lui, Giovanni, che appena entrato ride: “Scusa, mi si appannano sempre gli occhiali con questa mascherina! Ora ti faccio vedere cosa c’è nella camera”. Il b&b è un’occasione per mettersi in gioco con un nuovo lavoro, quello di chi accoglie turisti e viaggiatori: infatti sono proprio le persone con sindrome di Down dell’associazione, come Giovanni, a gestire l’appartamento, occupandosi delle pulizie, del rifornimento della dispensa e della cura degli ospiti. Un nuovo lavoro in cui sperimentarsi, soprattutto ora che molti sono rimasti a casa, o in cassa integrazione, a causa dell’emergenza Covid.
Giovanni inizia subito la spiegazione di come funziona il b&b, aiutato dall’educatore Giacomo Busi, che lo accompagna: “Quello è il letto. Sotto, nei cassetti, trovi altri piumini, nel caso avessi freddo”. Sorridiamo: nella stanza ci saranno 25 gradi. “Gli asciugamani sono sul letto, insieme alle ciabatte ecologiche, che sono un nostro omaggio. Anzi, qui tutte le cose usa e getta sono riciclabili, abbiamo pensato all’ambiente”. Si volta e indica dall’altra parte. “Quello è il divano, e quella è la tv al plasma. Stasera ti consiglio di vedere il film che danno su Rai2, l’Alligatore. Di fianco trovi anche le casse Bluetooth, le abbiamo messe per chi vuole ascoltare buona musica. Il mio cantante preferito è Gianni Morandi”. Lo ringrazio dei suggerimenti e gli chiedo di cosa parla il film, ma Giovanni non si lascia distrarre e continua, molto professionale.
“Questa è la cucina: frigo, lavastoviglie, microonde, macchina del caffè, bollitore. Per la colazione trovi fette biscottate, marmellata, tè e caffè”. Sul tavolo vedo un pacco di patatine: e quelle? “Per fare un aperitivo prima di cena! Non potevano mancare”. Passiamo al bagno: in questo caso Giovanni non perde tempo e semplifica con una frase: “Qui dentro c’è tutto quello di cui puoi aver bisogno”. Successivamente mi sarei in effetti accorta che, oltre ai classici shampoo, bagnoschiuma e saponetta monodose, i ragazzi hanno inserito anche un “vanity kit” con la lima per unghie e i cotton fioc, lo spazzolino da denti, e addirittura le salviette lustrascarpe.
Infine, arriviamo al punto forte: la libreria. C’è di tutto: classici, gialli, libri di politica. “Gli ospiti se vogliono possono prendere un libro e portarselo a casa. È il nostro regalo di Natale, per lasciare un ricordo del nostro b&b”. Tra i titoli, intravedo Il piccolo principe: “Ce l’ha regalato l’ultima coppia che è stata qui, si sono presi un altro libro e in cambio ci hanno lasciato questo”. Di fianco, un quaderno contiene le recensioni degli ospiti, tutti entusiasti: “Ci siamo sentiti a casa”, “Ritorneremo”, “In bocca al lupo per la bellissima avventura”. Giovanni mi ha spiegato tutto e ora ha fretta di andarsene: stasera parla Conte e non vuole arrivare in ritardo. Mi lascia il libro con le istruzioni degli elettrodomestici e i consigli su cosa vedere a Bologna, saluta e se ne va.
Ma l’offerta di questo speciale bed&breakfast non si limita solo al dormire: l’indomani mi aspetta una delle experience offerte ai turisti dall’associazione, il laboratorio di cucina di Elena e Agnese, insieme all’educatrice Benedetta. Basta attraversare la strada e si arriva a Casa delle idee, l’appartamento dove i ragazzi dell’associazione trascorrono le “settimane di autonomia”, vivendo senza genitori per sperimentare la propria indipendenza con l’aiuto degli educatori. Elena mi accoglie entusiasta, Agnese un po’ più timida: “Oggi prepariamo le focaccine ripiene di prosciutto e scamorza”. Prima di cominciare, però, le ragazze mi mostrano la casa e si presentano, raccontandomi i loro piatti preferiti: Agnese ama il gateau di patate, Elena i tagliolini allo scoglio. Qui non si scherza, è chiaro. E così ci mettiamo subito al lavoro.
Nel giro di due ore misuriamo, mantechiamo, impastiamo, tagliamo, farciamo e, ovviamente, cuociamo. Elena legge attentamente la ricetta, mentre Agnese esegue tutte le mosse precisamente. Nel frattempo, mi raccontano che io sono la prima ospite del b&b che prova anche l’experience del laboratorio di cucina: a gennaio dovrebbe farlo anche una famiglia spagnola, e per questo le ragazze si stanno già allenando con la lingua. “Un dos tres, living la vida loca! – ride Elena –. Io ho imparato lo spagnolo con le canzoni di Ricky Martin. So dire anche ‘gracias’ e ‘buenos dias’”.
Mentre stendiamo la pasta con il mattarello parliamo anche del pranzo di Natale, in pieno stile bolognese. E l’acquolina in bocca cresce: “Noi in famiglia cucineremo i tortellini in brodo e il tiramisù, e a Santo Stefano prepariamo le lasagne. E tu? Qual è la cosa che sogni di poter cucinare nella vita?”. Da pessima cuoca quale sono, mi trovo un po’ spiazzata. Ci penso un attimo: “Forse la pizza”. Scoppiano a ridere: “Noi la facciamo sempre qui in casa! È molto facile!” Mentre accertiamo la mia inesperienza ai fornelli, le focaccine sono pronte. Mi preparano un cartoccio per portarle a casa: “Facci sapere se sono buone!”. Sulla porta scattiamo una foto ricordo e ci salutiamo: vado via pensando che non devo neanche preoccuparmi del pranzo, e che consiglierò l’esperienza in Via delle idee a tutti quelli che hanno voglia di scoprire una Bologna diversa.