Una nuova Cassa delle ammende, per incrementare l’occupazione dei detenuti
ROMA - La ristrutturazione della Cassa delle ammende per creare una sorta di agenzia del lavoro tesa a incrementare l’occupazione dei detenuti, la creazione di un organismo di consultazione permanente composto dai coordinatori dei 18 tavoli tematici degli Stati generali sull’esecuzione penale, e, in tema di delega, l’avvio di almeno due commissioni distinte: una per le misure di sicurezza e l’altra per il penitenziario minorile.
Se ne è parlato questa mattina nell’incontro che si è tenuto presso il ministero della Giustizia, convocato dal Guardasigilli, Andrea Orlando, per fare il punto della situazione a un anno dalla chiusura degli stati generali sull’esecuzione penale.
18 tavoli tematici, 200 esperti al lavoro per 10 mesi con l’intento di scandagliare il pianeta carcere e ridisegnare il volto dell’esecuzione penale intra ex extra muraria nel nostro Paese. Una rivoluzione culturale fortemente voluta dal ministro della Giustizia e che ora, a un anno di distanza dal termine dei lavori, fa il bilancio sulle modifiche e sui miglioramenti apportati e su quanto c’è ancora da fare. Gli Stati generali sull’esecuzione penale hanno visto questa mattina riuniti di nuovo intorno a un tavolo i 18 coordinatori dei tavoli tematici, il coordinatore del comitato scientifico, Glauco Giostra, il capo di Gabinetto Giovanni Melillo e i capi Dipartimento Santi Consolo e Francesco Cascini (per il minorile).
Nel corso della riunione, questi ultimi hanno riferito quanto, dai suggerimenti e dalle proposte arrivate dai tavoli, è stato attuato, mentre i coordinatori dei tavoli hanno sottolineato cosa c’è ancora da fare per restituire dignità all’esecuzione della pena, mentre il numero dei detenuti è tornato a salire e i dati sui suicidi dietro le sbarre continuano a raccontare un sistema su cui c’è ancora da lavorare.
Tra i punti principali affrontati nell’incontro, in evidenza la ristrutturazione della Cassa delle ammende che potrebbe essere presieduta da una personalità non dipendente dai ministeri e che dovrebbe essere messa al servizio della riforma penitenziaria come una sorta di agenzia del lavoro, per incrementare l’occupazione dei detenuti. Era proprio in questo senso che si era orientato il Tavolo sul Lavoro che aveva individuato nella creazione di una specifica agenzia una delle possibili soluzioni per affrontare il problema della carenza di occupazione intramuraria, come anche per organizzare in maniera più organica i rapporti con il mondo produttivo esterno.
Terminato il lavoro dei tavoli, molti dei professionisti impegnati nella complessa opera di ricerca, avevano espresso la volontà di proseguire l’attività avviata dal progetto “Stati generali”, per tenere alta l’attenzione sul tema e per offrire il proprio contributo alla “questione carcere” e l’avvio di un organismo permanente formato dai coordinatori dei tavoli va in questa direzione.
Giuristi, architetti, docenti universitari, avvocati, giornalisti, magistrati, insegnanti, operatori penitenziari e volontari, insieme per scongiurare altre condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo e per riconsegnare all’Italia un ruolo di primo piano in tema di esecuzione penale. (Teresa Valiani)