Unhcr: “No alla fine di Mare nostrum, così aumentano morti in mare”
ROMA – “La fine dell’operazione Mare Nostrum, senza che ne sia prevista la sostituzione con un’operazione di soccorso in mare congiunta a livello europeo, farà aumentare i rischi per le persone che tentano di raggiungere l’Europa via mare e potrebbe portare ad un aumento di morti di rifugiati e migranti”. Lo sottolinea in una nota l’Unhcr che esprime così profonda preoccupazione in merito all’annuncio di oggi del ministro Angelino Alfano sulla fine imminente dell’operazione della marina militare italiana.
Nella nota l’Unhcr rinnova la richiesta urgente agli stati europei di” rafforzare le operazioni di soccorso nel Mediterraneo”. L’organizzazione riconosce, inoltre, il grande sostegno fornito dagli armatori nel Mediterraneo alle operazioni di soccorso che soltanto quest’anno hanno contribuito a salvare oltre 30.000 persone. “Terminare Mare Nostrum senza che venga sostituita da un’operazione di soccorso in mare europea metterà a rischio la vita delle persone. E’ necessario mantenere una forte capacità di soccorso in mare dei rifugiati e migranti che tentano di raggiungere l’Europa per chiedere protezione ed aumentare le alternative legali alle pericolose traversate” dichiara Laurens Jolles, rappresentante Unhcr per il Sud Europa.
Secondo l’Unhcr Esiste un evidente legame tra il numero di persone nel mondo costrette alla fuga da guerre e violenza e l’aumento degli arrivi via mare. Oltre il 50 per cento, delle persone in arrivo in Italia nel 2014 sono in fuga dall’Eritrea e dalla Siria. Questo trend è iniziato a Giugno/Luglio 2013, prima che l’operazione Mare Nostrum venisse istituita in risposta alle tragedie in cui persero la vita 600 rifugiati, un anno fa. Da ottobre 2013 sono state soccorse in mare circa 150.000 persone dalle unità navali Mare Nostrum, Guardia Costiera e da mercantili mentre si stima che le persone che hanno perso la vita siano quasi 4.000. In totale nel 2014 gli arrivi via mare nel Mediterraneo sono stati più di 170.000.