Partnership pubblico/privato per affrontare le emergenze, legislazione su assicurazione in caso di catastrofi e responsabilità sociale delle assicurazioni. Unipol: “Superare l’approccio emergenziale”. Muzzarelli: “Serve una legge nazionale sulle calamità”
BOLOGNA – Scarsa cultura della prevenzione e della conoscenza tecnica di ‘disaster recovery’ da parte di aziende e Pmi. È quanto ha messo in luce il terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2012. Nonostante in Italia quasi il 60% dei Comuni si trovi in zona sismica, il 50% delle imprese in area soggette a dissesto idrogeologico e 2 milioni di cittadini vivano in area a rischio vulcanico, solo il 40% delle imprese ha una copertura assicurativa di qualche tipo. Il dato è emerso durante il convegno “Ricostruzione, economia, legalità” promosso dal Consiglio regionale Unipol Emilia-Romagna. “L’Italia deve dotarsi di una legislazione sull’assicurazione in caso di catastrofi naturali, come già hanno Stati Uniti, Giappone e alcuni Paesi europei, – ha detto Sergio Ginocchietti di Unipol – che le permetta di gestirle con tecniche di risk management che superino l’approccio emergenziale”. Necessità sottolineata anche da Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, nell’intervento di apertura del convegno. “Serve una legge sulle calamità che definisca una strategia con riferimenti certi – ha detto Muzzarelli – Oggi possiamo dire che le risorse complessivamente le abbiamo, ma per riuscirci abbiamo fatto i miracoli. Serve una strategia, altrimenti se arriva un altro disastro siamo da capo”.
Responsabilità sociale delle assicurazioni e partnership tra pubblico e privato. La prima è emersa chiaramente con il terremoto dell’Emilia. “Oltre all’assistenza diretta tramite periti per bonifiche e salvataggi – ha spiegato Ginocchietti – il nostro intervento ha riguardato in primis la messa in sicurezza di immobili, attrezzature, impianti e merci per consentire alle aziende di ripartire”. La velocità è stato l’elemento chiave tanto che, a un anno dal sisma, Unipol sta chiudendo quasi tutti gli indennizzi, 500 posizioni aperte per un valore di 100 milioni di euro. Sulla partnership tra pubblico e privato, afferma: “Negli ultimi 20 anni lo Stato ha speso 3,5 miliardi di euro all’anno in indennizzi, è chiaro che non è una cifra sostenibile ma è possibile ridurre questa cifra, ad esempio, con una polizza assicurativa agganciata alla polizza incendio e con una copertura per le aziende contro le catastrofi naturali”. Una copertura che dovrebbe essere sostenuta non solo da quelle che si trovano in zone a rischio ma da tutte le aziende. “Le assicurazioni potrebbero sviluppare il loro ruolo sociale – conclude – ed essere motori per la prevenzione, facendo leva su politiche di tariffazione”. (lp)