20 febbraio 2014 ore: 12:19
Disabilità

Universitari disabili. Carlo, la cecità e il sogno (realizzato) dell'Erasmus

Il ventitreenne di Fermo si trova a Castellón de la Plana, in Spagna. Non facile organizzare il trasferimento, per ostacoli legati all'assistenza e alle spese da sostenere. Ma un amico ha fatto il resto: ha deciso di accompagnarlo per fare la stessa esperienza all’estero e lo aiuta nella vita di tutti i giorni. "L'aria spagnola è rivitalizzante"
Erasmus. Cartello colorato

FERMO - Classe 1991, sportivo, dinamico e con la passione per le lingue e per viaggiare. Carlo Malloni, ventritreenne di Fermo, è iscritto all’Università di Macerata e frequenta la facoltà di lingue nella sede distaccata di Civitanova Marche. Attualmente si trova nella città universitaria di Valencia, in Spagna, grazie al progetto Erasmus. Un approdo non facile, dopo un lungo iter fatto di ostacoli legati all'assistenza e alle spese da sostenere.

Il giovane fermano ha affrontato con coraggio e molta pazienza la sua malattia, che lo ha reso cieco sin dai primi anni di vita. E’ un fervido giocatore di “torball”, uno sport a squadre molto praticato dai non vedenti in Italia. Carlo, ha tutta l’energia tipica di un ventitreenne che con molta caparbietà vuole conquistare una vita indipendente e autonoma.
Il desiderio di girare il mondo e quello di approfondire e apprendere al meglio la lingua spagnola hanno fatto in modo che lui decidesse di presentare la domanda all’Erasmus a gennaio del 2013 e provare così una nuova esperienza di vita fuori dalla sua famiglia, da sempre il suo punto di riferimento.

Superato il primo test di ingresso, Carlo è salito così in cima alla graduatoria e in poco tempo la sua richiesta di trasferimento nel campus spagnolo di Valencia viene accettata. "In un primo momento – ci confida – sono rimasto sorpreso e anche intimorito dal cambiamento provocato dal trasferimento nella penisola iberica". Ma poi, senza esitazione e con la forza che lo contraddistingue, ha affrontato la famiglia e si è organizzato per partire. Non sono mancati i controlli medici di routine e il conseguente rinvio della partenza al secondo semestre, Una partenza finalmente fissata  ai primi di gennaio di quest'anno.

Ma come organizzarla? Come fare con l’assistenza? E soprattutto: chi si prenderà cura di lui? Queste le preoccupazioni che affliggevano Carlo e, ancora di più, i suoi genitori. La borsa di studio prevedeva infatti la figura di un tutor che fosse di aiuto all’interno dell’Università, ma nessun sostegno era previsto per affrontare la vita quotidiana. La borsa consiste in un contributo pari a 230 euro, e per la disabilità è riconosciuto anche un importo extra pari a 220 euro. Ma solo la spesa per l’affitto nel campus valenciano è di 480 euro mensili...  
E allora che fare? Carlo si è rivolto all’Università di Macerata, chiedendo un sussidio ulteriore o la possibilità di avere anche qualcuno che potesse provvedere a lui nella vita di tutti i giorni. Nulla di fatto. Chiuse tutte le porte. Ma il giovane non si è perso d’animo e ha deciso di partire a qualsiasi condizione. Una sorte sfidata che ha portato una buona notizia: un suo amico di liceo ha deciso di accompagnarlo per fare la stessa esperienza all’estero. Naturalmente Carlo sostiene le spese di vitto e alloggio anche per il suo accompagnatore.   

E siamo all'oggi. Carlo si trova a Castellón de la Plana, cittadina universitaria non lontana da Valencia da circa tre settimane e con il suo compagno di viaggio sta scoprendo un mondo nuovo: “In Spagna sono tutti molto disponibili, dai professori ai responsabili del supporto educativo per gli studenti disabili. L’aria spagnola è rivitalizzante – ci svela – e non mi dispiace l’idea di prolungare la permanenza oltre i sei mesi del progetto”. (sp)box

 

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