7 ottobre 2014 ore: 11:35
Immigrazione

Uomini, giovani, non sposati: è la crisi a muovere i nuovi emigranti italiani

I dati del rapporto Migrantes “Italiani nel mondo 2014”. Sono stati 94.126 gli emigrati dall'Italia nel 2013 (nel 2012 erano 78.941). Il Regno Unito, con quasi 13 mila iscritti, è il primo Paese verso cui si sono diretti i migranti italiani. Seguono Germania e Svizzera
Giovane ragazzo con valigia lascia la sua città

ROMA - Uomini, trentenni, non sposati, con un titolo di studio medio alto e del Nord Italia: è questo l’identikit dei nuovi emigranti italiani tracciato dal rapporto “Italiani nel mondo 2014”, realizzato dalla fondazione Migrantes e presentato oggi a Roma. Lo studio evidenzia che secondo i dati Istat più recenti (2012) le partenze sono superiori ai ritorni: sono state infatti 67.998 le cancellazioni per l’estero di cittadini italiani (di cui 28.727 donne pari al 42,2 per cento) mentre il numero delle iscrizioni anagrafiche dall’estero è stato pari a 29.467 individui, di cui 13.392 donne (45,4 per cento).
Secondo il rapporto Migrantes, sono stati 94.126 gli emigrati dall'Italia nel 2013 (nel 2012 sono stati 78.941), con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%.

In generale, nel 2013 il 56,3 per cento degli italiani all’estero è composto da uomini, non sposati nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento; la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2 per cento), a seguire quella dei 35-49 anni (26,8 per cento), "a riprova - si legge nel rapporto - di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire".
I minori sono il 18,8 per cento e, di questi, il 12,1 per cento ha meno di 10 anni.

Il Regno Unito, con quasi 13 mila iscritti ad inizio del 2014 (12.933), è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani, con una crescita del 71,5 per cento rispetto all'anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5 per cento), la Svizzera (10.300, +15,7 per cento) e la Francia (8402, +19 per cento).

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