19 gennaio 2021 ore: 17:05
Disabilità

Vaccino e disabilità, "in attesa di istruzioni"

Inizierà a febbraio la somministrazione del vaccino anti-covid alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori. L'annuncio del commissario  Arcuri raccoglie la soddisfazione delle associazioni e delle famiglie, che tanto lo hanno chiesto e che ora restano in attesa dei passaggi operativi 
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Inizierà a febbraio la somministrazione del vaccino anti-covid alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori. Lo spiega il Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica covid-19, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa, rispondendo alla domanda di un giornalista.

La notizia, attesissima, raccoglie la soddisfazione delle associazioni e delle famiglie, che tanto hanno chiesto questa opportunità e che ora restano in attesa dei passaggi operativi.

Per l’Unione italiana ciechi “l'annuncio è segno di civiltà, che premia le insistenze” dell’associazione. L’Anffas attende “sviluppi operativi” e chiede che le associazioni siano coinvolte in questa fase. Aipd solleva tre questioni fondamentali: che sia chiaro il riferimento non solo alle persone con disabilità che vivono nelle strutture residenziali, ma anche a chi vive in casa e ai loro assistenti; il consenso informato perché le famiglie possano prepararsi; non considerare il requisito anagrafico, almeno nel caso delle persone con sindrome di Down.

L'annuncio sembra, dunque, mettere un punto fermo al dibattito sull’opportunità di prevedere una priorità nella vaccinazione per le persone con disabilità (perché “più a rischio”), che trova anche tra le associazioni opposti punti di vista.  Ma c'è chi ricorda che, nonostante le parole del Commissario Arcuri - che hanno il valore di un impegno - il piano nazionale delle vaccinazioni anti Covid al momento non fa alcun riferimento esplicito alle persone con disabilità e a chi li assiste. La priorità al momento va, infatti, a personale sanitario, residenti e  personale delle Rsa, persone in età avanzata.

Se è così a livello nazionale, a livello regionale il Lazio con una propria determinazione ha inserito nella fase 2 le "persone con comorbidità severa, immunodeficienza e/o fragilità di ogni età".

Fish e Fand hanno sollecitato indicazioni chiare e urgenti, in una lettera indirizzata al ministro Speranza, al commissario Arcuri e, per conoscenza, al premier Conte. "Molte regioni non hanno ancora comunicato le metodologie che intenderanno adottare o lo hanno fatto in modo parziale e confuso. E’ pertanto urgente e prioritario che le principali federazioni di associazioni di persone con disabilità e loro familiari possano dare concrete indicazioni e risposte alle migliaia di richieste di informazioni che stanno giungendo in questi giorni”.