Valmontone, in pochi alla fiaccolata per l’autismo. "Clima ostile in paese"
ROMA – Doveva essere una fiaccolata per l’autismo, a sostegno di chi, in paese, lo vive sulla propria pelle: è stata poco più di una riunione familiare, con due bambini autistici e una trentina di persone, per lo più amiche di chi aveva organizzato l’iniziativa. Valmontone (Rm) non ha risposto all’appello delle famiglie “con autismo”, mandando quasi deserta la prima manifestazione di questo genere. Un’occasione mancata, per un paese che, negli ultimi tempi, con l’autismo ha dimostrato di non avere grande confidenza, dopo lo “scandalo” della “stanza del silenzio degli innocenti”. Ed è proprio la mamma di Christian, il bambino protagonista di quella triste vicenda, a rammaricarsi, oggi, per com’è andata la serata. “Non eravamo più di trenta persone – riferisce – Un vero peccato, visto che l’iniziativa era stata organizzata dalla mamma di un ragazzo autistico per mantenere alta l’attenzione dopo la Giornata mondiale. C’era stata la collaborazione del sindaco e del vicesindaco, che avevano mostrato la massima solidarietà dopo i fatti che avevo denunciato. Per la prima volta veniva organizzata, dall’associazione Aperta Mente, una manifestazione per sensibilizzare la cittadinanza su questa tematica”. La fiaccolata voleva essere un modo per “abbracciar simbolicamente tutti i bambini e i ragazzi – si legge nella locandina – verso una realtà di inclusione e partecipazione vera”. Oggi, si può dire che quell’abbraccio non sia stato molto stretto.
-D’altra parte, denuncia ancora Vanessa, la mamma di Christian, “se a scuola la situazione si è risolta, con la chiusura della stanza e l’avvio, dal prossimo 8 maggio, del programma Aba per Christian, in paese invece resta un clima fortemente ostile: c’è una parte del paese che non ha perdonato quello che considera un affronto al buon nome del paese”. Poca comprensione e solidarietà sono state dimostrate soprattutto dai “parrocchiani della chiesa e dal parroco – riferisce Vanessa – che quest’anno, per la prima volta, non si è presentato neanche a benedirci la casa durante le festività pasquali. Già in passato, in realtà, aveva negato a Christian il sacramento della comunione, dicendo che non ne avrebbe capito il significato. Ora, il fatto che durante le festività appena trascorse non si sia fatto vivo, mi lascia pensare che questo abbia a che fare con il clima che si respira in paese: un clima decisamente ostile, segno della grande chiusura che ancora c’è nei confronti dell’autismo. E che la scarsa partecipazione all’iniziativa di ieri ha confermato”. (cl)