Veneto: comunità protette e centri diurni contro la dipendenza da azzardo
VENEZIA – Una sperimentazione di risposte residenziali o semiresidenziali, con comunità protette e centri diurni, per aiutare le persone dipendenti dall’azzardo. È una delle principali novità introdotte dal primo piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico e di cura dei malati di azzardo varato dalla Regione Veneto e presentato oggi. Ammontano a 5,3 milioni di euro le risorse per potenziare i servizi per le dipendenze, per sperimentare nuovi modelli di prevenzione e cura e per rafforzare le reti locali e le esperienze di mutuo aiuto.
Secondo le ricerche più recenti i giocatori problematici in Veneto sono 32.500 e i potenziali “malati di gioco patologico” in regione sono stimabili tra i 3.200 e i 3.700. Ma solo la metà di questi si rivolge ai servizi pubblici per chiedere un aiuto a uscire dalla spirale della lupopatia, fa sapere Graziano Bellìo, psichiatra, direttore del Servizio per le dipendenze di Castelfranco Veneto e consulente scientifico del piano.
“Per la prima volta diamo una risposta istituzionale, organica e omogenea in tutto il territorio regionale a una piaga sociale che si profila sempre più come una vera e propria emergenza – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin -. Il fenomeno del gioco compulsivo è in continuo aumento, in particolare tra i giovani, gli anziani e le donne. Con questo piano, ambizioso per risorse e obiettivi, la Regione investe sulla prevenzione, sul trattamento di cura, sul recupero e sulla riabilitazione, con un approccio multiplidisciplinare e integrato, coinvolgendo anche le reti territoriali e il privato sociale. Non sono solo i Servizi per le dipendenze a doversi fare carico dei ‘malati di gioco’, ma dev’essere tutta la comunità e l’intera rete dei servizi locali”.
Nello specifico, il piano prevede attività di informazione e sensibilizzazione (a partire da baristi, tabaccai, gestori dei punti scommessa), prevenzione nelle scuole e nei centri anziani, programmi di cura e di riabilitazione. L’assessore ha quindi annunciato che a breve la Giunta veneta varerà “una proposta di legge organica per dare cornice normativa alle azioni previste dal piano e rendere così operative in tutto il Veneto le strategie di prevenzione, cura e contrasto al gioco patologico”.
Lanzarin ricorda che il Veneto è una delle quattro regioni italiane ad aver sottoscritto il Manifesto contro le lupopatie per impegnare il governo a non favorire l’industria del gioco. E lo ricorderà anche in occasione della prossima Conferenza unificata Stato-Regioni sulla proposta di regolamentazione dei ‘punti gioco’ messa a punto dal sottosegretario Baretta: “Chiediamo che lo Stato riconosca gli sforzi messi in campo da questa amministrazione e dagli enti locali del Veneto e rispetti gli interventi normativi più restrittivi sinora attuati a livello locale per stabilire distanze minime e orari di apertura dei punti gioco”.