Ventimiglia, un'attivista: emergenza? Da mesi i profughi dormono in stazione
MILANO – "Sono come topi in trappola. E ormai è così da mesi, altro che emergenza". Fatima descrive così la situazione dei profughi bloccati al confine di Ventimiglia. "Tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo. Non si è fatto nulla per aiutare né facilitare il transito", aggiunge. Venticinque anni, dal 2011 si è dedicata ad aiutare i profughi che cercavano di passare il confine italo-francese. Lei, marocchina di origine e residente a Mentone, in Francia, faceva avanti e indietro per dare assistenza e in qualche (raro) caso ha accompagnato i profughi direttamente in macchina. A suo rischio e pericolo. Ha dovuto smettere negli ultimi mesi per la gravidanza in corso. "Ma mio marito lavora in Croce rossa e spesso va a Ventimiglia", racconta. Così ha potuto continuare a dare il proprio contributo, portando vestiti e cibo. "Sono mesi che almeno una ventina di profughi è costretta a dormire in stazione a Ventimiglia", aggiunge. In queste ore al Comune di Ventimiglia si sta discutendo sulla possibilità di aprire una nuova struttura di accoglienza temporanea e un centro di assistenza per i malati di scabbia, malattia diffusa tra i migranti, a causa delle situazioni igieniche precarie in cui si trovano. Intanto alla stazione sono state installate delle docce con dei bagni aggiuntivi. Gli ultimi dati disponibili parlano, solo per oggi, di 72 respingimenti alla frontiera. Di questi, 32 profughi sono poi tornati alla stazione. (lb)