12 novembre 2015 ore: 15:09
Immigrazione

Vertice Malta, Tusk: “Per salvare Schengen ristabilire le frontiere"

Il presidente del Consiglio europeo annuncia la necessità di riscrivere le regole dell'accoglienza in Europa. Un giro di vite verso i migranti che non riceveranno un diniego della domanda d'asilo: per loro sarà certo il rimpatrio. “Altrimenti il Trattato non terrà”.
Donald Tusk - Presidente del Consiglio europeo

Donald Tusk

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk
Donald Tusk - Presidente del Consiglio europeo

LA VALLETTA (Malta) - “In queste ultime ore ci sono sviluppi in Germania, Svezia, Slovenia e in altri Paesi che dimostrano quanto i Paesi stiano affrontando una forte pressione [sulle frontiere, ndr]. Salvare Schengen è una corsa contro il tempo. Una corsa che dobbiamo vincere”. Con queste parole il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk spiega quale sia la novità del summit. In questo caso in ballo c'è la tenuta del principio fondante dell'Unione europea. Il Presidente del Consiglio europeo si riferisce agli ultimi fatti di cronaca che testimoniano il senso di assedio alla fortezza che si respira in Europa. L'11 novembre, a summit appena cominciato, la Slovenia ha dato notizia di aver cominciato a costruire una barriera di filo spinato per fermare chi ripercorre il corridoio balcanico; la Germania ha reintrodotto i controlli con l'Austria e persino la Svezia ha ripristinato la frontiera con la Danimarca, per la pressione dei migranti sulle infrastrutture del Paese, ha dichiarato il ministro dell'Interno svedese in una conferenza stampa l'11 novembre. 

“La corsa si vince con nuove regole e strumenti da implementare”, continua il presidente Tusk alla conferenza stampa di chiusura del Summit europeo sull'immigrazione di La Valletta. Secondo quanto spiega Tusk, intervenuto alla sala stampa del Centro Mediterraneo della città maltese insieme con il premier locale Jospeh Muscat e con il presidente del Senegal e della Comunità economica dei Paesi dell'Africa occidentale (Ecowas) Macky Sall, saranno introdotti meccanismi più stringenti per rimpatriare chi non ha i requisiti per ottenere l'asilo, anche in caso di mancanza di volontà. Perché queste regole siano efficaci e si possa salvare Schengen, “dobbiamo ripristinare il controllo sulle nostre frontiere esterne”, aggiunge Tusk. “A questo si aggiunge una maggiore cooperazione con gli Stati di origine e transito, che è il vero motivo di questo summit – continua Tusk –. Si deve raggiungere il riconoscimento e il ricollocamento dei richiedenti asilo tutto in un stesso momento. Dobbiamo correre”. 

La scadenza per mettere in pratica il contenuto dell'Action Plan, la carta conclusiva del Summit di La Valletta, è la fine del 2016. Per gennaio 2017 il premier Muscat ha già convocato un vertice per verificare i progressi compiuti attraverso il nuovo Piano d'azione europeo. Tra gli altri passi concreti per aumentare i flussi d'immigrazione legale, l'Unione europea raddoppierà il numero di borse di studio e di posti per insegnanti africani rispetto allo scorso anno. 

Il presidente del Senegal Macky Sall, parlando dell'entità del Trust Fund ha detto che “poteva essere fatto di più, anche se si stratta di un primo passo importante”. Macky ha poi parlato della necessità dell'Africa di combattere l'evasione fiscale, che toglie dalle casse dei Paesi del continenti tra i 50 e i 60 miliardi di dollari ogni anno. (Lorenzo Bagnoli)

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